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Il parlamento russo revoca la ratifica del Trattato contro gli esperimenti nucleari

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Il Consiglio della Federazione, la camera alta del Parlamento russo, ha votato a favore di una legge che revoca la ratifica di Mosca del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT).

Il 25 ottobre il Consiglio della Federazione ha approvato la legge con 156 voti a favore e zero contrari, l’ultima tappa prima della firma da parte del Presidente Vladimir Putin. La Duma di Stato russa, la camera bassa del Parlamento, ha approvato la legge all’inizio del mese.

Putin aveva chiesto di agire per “rispecchiare” la posizione degli Stati Uniti, che hanno firmato ma non ratificato il trattato del 1996.
Il CTBT è stato firmato da 187 Paesi e ratificato da 178, ma non potrà entrare in vigore fino a quando otto Paesi ritardatari – Cina, Egitto, Iran, Israele, Corea del Nord, India, Pakistan e Stati Uniti – non lo avranno firmato e ratificato.

Sebbene gli Stati Uniti non abbiano anora ratificato il trattato, hanno osservato una moratoria sulle esplosioni di test di armi nucleari dal 1992 e affermano di non avere intenzione di abbandonare il suo rispetto.

Gli analisti hanno espresso il timore che la Russia possa riprendere i test nucleari per cercare di scoraggiare l’Occidente dal continuare a offrire sostegno militare all’Ucraina. Molti falchi russi si sono espressi a favore di una ripresa dei test.

Test nucleari 1945 2013

Putin ha dichiarato di non aver preso una decisione in merito, pur sottolineando che alcuni esperti hanno sostenuto la necessità di condurre test nucleari.

Il mese scorso la CNN ha pubblicato immagini satellitari che mostrano come Russia, Stati Uniti e Cina abbiano costruito nuove strutture nei loro siti di test nucleari negli ultimi anni.
Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha dichiarato la scorsa settimana di aver condotto un’esplosione chimica nel suo sito di test nucleari in Nevada “per migliorare la capacità degli Stati Uniti di rilevare esplosioni nucleari a bassa potenza in tutto il mondo”.

Parlando al Consiglio prima del voto del 25 ottobre, il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha detto che l’esplosione in Nevada era “senza dubbio un segnale politico”.

“Come ha detto il nostro presidente, dobbiamo essere in allerta e se gli Stati Uniti si muovono verso l’inizio di test nucleari, dovremo rispondere allo stesso modo”, ha affermato.

Ovviamente i test non sono particolarmente necessari, soprattutto per le grandi potenze che ne hanno condotti centinaia in passato, liberando nell’atmosfera una buona quantità di materiale radioattivo. Per tutti si tratta di un segnale politico, di una politica tendente all’autodistruzione.


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