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Il futuro delle Fintech per i broker in Italia

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Di digitalizzazione si parla ormai da numerosi anni e virtualmente ogni ambito del business, oltre che della vita comune, è ormai pervaso dalla tecnologia digitale. Il mondo della finanza non è, certamente, da meno. Anche in conseguenza dell’impulso della crisi e del cambiamento delle abitudini per la pandemia in corso molti italiani si sono affacciati al mondo degli investimenti, mentre chi era già nell’ambito ha potuto approfittare dei nuovi strumenti e delle proprie competenze ed esperienza pre-acquisite per fare scelte oculate.

Ma cosa c’è all’orizzonte per il mondo delle Fintech? Al momento il lietmotiv più ricorrente sono (nuovamente) le criptomonete, ma anche i robo-advisor sono entrati maggiormente nel lessico comune di chi mastica gli strumenti della finanza. Per alzare lo sguardo verso il futuro è necessario però prestare l’orecchio a chi analizza e prende in considerazione le macro-dinamiche, che inevitabilmente sfuggono a chi non è a tempo pieno su questi argomenti. Molti esperti finanziari, come quelli di AbileTrader.com, mettono l’accento sul social trading e copy trading. Una novità assoluta? No, ma sembra che sia una tendenza che diventerà via via sempre più mainstream. Rivediamone l’importanza.

Social Trading

Questa forma di investimento mette insieme principalmente due fattori: l’abitudine di uso delle piattaforme social e i loro classici strumenti di condivisione; la possibilità di fare trading con pochi click. In mancanza di significative opportunità di guadagno nell’ultimo anno molti hanno iniziato, approfittando anche del maggiore tempo a disposizione, ad approfondire questi ambiti e hanno trovato utili e immediati questi strumenti. Grazie al social trading è possibile infatti letteralmente copiare le strategie di altri trader. Le piattaforme dei broker hanno messo a punto delle interfacce che si richiamano ai social più utilizzati e permettono di visualizzare le operazioni e addirittura di automatizzarne la copia. Si parla quindi di copy trade e di mirror trade, nel primo caso si fa riferimento in generale a trader che effettuano la stessa operazione, nel secondo caso ad un processo sistematico di copia di ogni singola operazione effettuata da uno specifico trader.

Fintech all’italiana: le parole di Visco

Tornando alla digitalizzazione, proprio pochi giorni fa il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è intervenuto a riguardo con un intervento in chiusura del webinar “La transizione digitale nel credito”, puntellando le aspettative di chi è desideroso di vedere il nostro paese al passo – se non all’avanguardia – per quanto riguarda naturalmente le Fintech. Per quanto riguarda quello che si può considerare la colonna principale delle Fintech, ovvero i pagamenti e gli scambi di valuta via internet, ha sottolineato come:

In Italia, nel 2020 la quota di transazioni via Internet sul totale con carta è salita di circa 8 punti percentuali in media rispetto al 2019. Anche la quota di bonifici online (via Internet o mediante collegamenti telematici) sul totale dei bonifici ha registrato un forte aumento, pari a 6 punti percentuali.

Pure nei negozi fisici, ha continuato Visco, è aumentata la quota dei pagamenti contactless. Sebbene sia stata sicuramente incentivata dalla diffusione del Covid-19, si tratta di una abitudine che realisticamente resterà tra gli italiani perché fondamentalmente, ed è una delle chiavi di volta delle Fintech, è comodo.

Il Presidente di Bankitalia ha parlato della facilità di accesso al credito grazie anche al crowdfunding, elemento positivo di inclusione finanziaria, ma non ha tralasciato di mettere in evidenza i potenziali rischi che concernono in particolare l’area della privacy personale:

Alla protezione dell’integrità dei dati e dei processi aziendali si affianca la tutela dei consumatori e dei loro dati, nella consapevolezza che il consolidamento della fiducia nell’innovazione è un fattore fondamentale per la stabilità del sistema finanziario.

In sintesi, continua, il problema può essere incentivato dalla concentrazione della gestione delle informazioni da un ridotto numero di attori (i gruppi Google, Facebook, Apple e Microsoft in primis, si intende dalle sue parole).

Il futuro delle Fintech: le criptomonete

Dunque, cosa ci aspettiamo per il mondo delle Fintech nei prossimi anni? Con il successo di realtà come quella di Coinbase, sembra evidente e inevitabile la massificazione dell’adozione delle criptomonete. Non è un caso che molti broker come eToro abbiano incluso ormai da diverso tempo nelle proprie piattaforme la possibilità di acquistare, vendere o convertire Bitcoin, Ethereum e altre coin. Una tendenza che inevitabilmente continuerà a proseguire in futuro con l’adozione di un numero sempre maggiore di criptomonete. I volumi, infatti, sono in costante salita: l’ultimo boom di inizio anno insegna…

Il futuro delle Fintech: pagamenti

Dal contactless alle app per pagare attraverso gli smartphone o QR code, come dicevamo in precedenza il trasferimento di denaro day-to-day mediante strumenti tecnologici avanzati è sicuramente la linfa vitale che permette alle Fintech di progredire perché sposta letteralmente i flussi dai canali tradizionali a quelli nuovi, dando così flusso di cassa a chi è responsabile di questi ultimi e permettendogli di investire su sistemi sempre più pratici e sicuri. Non solo, anche i principali broker potrebbero scendere in campo e permettere (per esempio) di pagare con le criptomonete.

Il futuro delle Fintech: inclusione finanziaria

La pandemia ha spinto molte persone a interessarsi nell’ambito degli investimenti e quindi a fare i primi accessi ai relativi strumenti, chi direttamente dalle proprie banche, chi creando profili di investimento su nuove piattaforme. Nel mondo occidentale l’accesso a questi strumenti è ormai molto diffuso, mentre nei paesi in via di sviluppo la massificazione è ancora in fase di accelerazione e grazie a nuove app, servizi e fondamentalmente broker ormai è diventato molto semplice iniziare ad investire: sul piano pratico, ma anche sul piano delle competenze. In particolare i broker sono molto incentivati ad abbattere le barriere di competenza all’ingresso, semplificando e rendendo digeribili concetti che fino a poco fa risultavano ostici ai più.


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