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IL DEF DEL GOVERNO: Ovvero tante speranze, poche idee chiare, nessuna strategia

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Un grande economista italiano una volta disse che questa attività, applicata in pratica, doveva essere simile a quella di un meccanico: per aggiustare un’automobile questi non usa solo un attrezzo, ma sceglie quello corretto per ogni situazione, una volta il cacciavite, un’altra l’estrattore, un’altra la chiave inglese. Se dovessimo applicare la stessa metafora ai tecnici del Ministero dell’Economia e Finanza dovremmo dire che non hanno idea di cosa sia rotto e ,soprattutto , sembrano avere solo uno strumento.

Iniziamo a porre in luce che, in realtà, l’economia italiana era già in una situazione di pre-recessione, come indicano gli stessi grafici del MEF:

Il 2019 si chiudeva con un grave calo a dicembre, quando di COVID ancora non si parlava, ma era il risultato di una politica sparagnina, con un deficit inferiore dello 0,6% rispetto a quanto preventivato l’anno scorso. Il 2019 si era chiuso con un deficit del’1,6%, un record che però aveva già tagliato risorse all’economia.

Quindi arriva la COVID ed i suoi danni, dopo due mesi di chiusura, sono evidenti.La fiducia degli imprenditori, primo indicatore delgi effetti negativi, viene a precipitare, come possiamo vedere nella seguente immagine:

Ricordiamo che la BCE della signora Lagarde indica un calo del PIL nel 2020 dell’ordine del 15% per l’eurozona, che, considerando come il virus abbia attaccato prima e con più durezza il nord Italia, significa un valore pari a circa 18%-20%. Qual’è il calo previsto dai tecnici del MEF?

Il MEF si aspetta un calo del PIL reale dell’8%, il che è molto riduttivo rispetto a quanto previsto dalla BCE e  da altri analisti internazionali. Non si tratta di uno scostamento secondario, ma della metà netta. Inoltre il MEF prevede una crisi “A V” cioè in cui, ad un momento di crollo, segue subito una rapida ripresa. In realtà le pre-condizioni sono completamente diverse: le regole di separazione che comunque verranno tenute attive, unite alla progressiva trasmissione del morbo in altri paesi, ed alle ondate di ritorno fanno ritenere molto poco probabile un andamento economico a V. La crisi non sarà di breve periodo e le previsioni del MES sono, per lo meno, eccessivamente ottimistiche.

Passiamo a vedere il quadro finanziario:


La previsione è di un incremento dell’indebitamento del 10% e di un indebitamento che raggiunge, a politiche previste, il 155% del PIL. Perchè è superiore al deficit previsto? Perchè ci sono gli apporti che dobbiamo fare ai vari “Fondi” (Sure etc) e che non sono altro che soldi nostri che dobbiamo versare all’Europa per averli indietro ad interesse. Anche in questo caso tutto si basa su una previsione, tutto sommato, ottimistica , quella che abbiamo visto prima di un calo del 8%. Poi ricordiamo che il governo, dopo il 2020 prevede di ricreare forti surplus primari, a partire soprattutto dal 2022 per ripagare il debito in eccesso. Quindi, anche se ci fosse la ripresa economica indicata dal DEF, questa  sarebbe poi uccisa dalla stretta finanziaria del 2022. Insomma, alla fine non si riesce ad uscire dal circolo vizioso imposto dall’Unione. Comunque si tratta sempre di morire per Maastricht.


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