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Il “Corriere” attacca i risparmiatori che han perso i soldi con le banche fallite. Come mai?

Come mai un giornalone nazionale se la prende con i risparmiatori che hanno ricevuto un parziale rimborso per le perdite subite, tra l’altro, per gli errori dello Stato (legge Renzi sulle Popolari) o delle autorità di controllo? Cui Prodest?

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Ugone Firr
Ugone Firr

Recentemente il Corriere della Sera e la Gabanelli hanno attaccato il FIR, il Fondo creato per rimborsare gli azionisti che hanno perso i risparmi nel crack bancari dal 2015 al 2017, cioè le quattro banche saltate nel 2015 e quindi BPVI e Veneto Banca.

Il titolo è stato un chiaro esempio di come, con poche parole, si possa distorcere la realtà dei fatti:

 

“Soci e speculatori si sono spartiti” è una frase che fa ben capire che questo non sia un pezzo informativo, ma una chiara presa di posizione di un giornale da sempre al servizio del più forte, quasi sempre dalla parte sbagliata della storia

Oppure un giornale che chiamava “Thelma e Louise” , una cameriera e una casalinga, due grandi accademiche vincitrici del premio Nobel per la chimica…

 

Noi, che non siamo il Corriere e neanche vogliamo esserlo, invece diamo voce ai 140 mila soci truffati e molto parzialmente rimborsati, tramite Luigi Ugone, il presidente dell’associazione “Noi che credevamo nella BPVI e nella VB”, che rappresenta una buona fetta dei risparmiatori truffati

Ciclicamente, in alcuni settori dell’opinione pubblica e dei media, torna a fare capolino il concetto per cui gli indennizzi di cui hanno beneficiato i risparmiatori colpiti dal collasso delle ex popolari italiane, Veneto banca e Banca popolare di Vicenza in primis, siano una sorta di mancia o peggio di regalia non dovuta. Al di là delle finalità ultime che muovono chi mette in circolazione tali sciocchezze, va ribadita una cosa lapalissiana. Quei ristori sono previsti da una legge dello Stato che è stata votata dal Parlamento e che ha avuto anche l’avallo dell’Unione europea. Dopo i crac bancari è stato riconosciuto come i risparmiatori, su base massiva, fossero stati fatti bersaglio di pratiche illecite proprio da chi in seno alle banche proponeva l’acquisto di azioni sulle quali già pendeva lo spettro della debacle: il tutto mentre gli organi di vigilanza italiani non si accorgevano del disastro incombente che nel Nordest ha bruciato una dozzina di miliardi: che in tantissimi casi significa il frutto di una vita di sacrifici. Non solo con la liquidazione forzata e la regalia a Banca Intesa voluta dal Governo di allora ci è stata tolta ogni possibilità di rivalerci sugli istituti in crisi e il loro patrimonio è stato assegnato alle lca che rispondono e rimborseranno le garanzie del Governo. Tutto questo spiega e giustifica il fondo indennizzo fir che la nostra associazione di volontari ha fortemente voluto. Di recente uno straordinario film con Antonio Albanese, Cento domeniche, ha portato al cinema lo stesso tipo di dramma. Invitiamo opinion maker, analisti, giornalisti più o meno di grido e funzionari ministeriali ammaliati dall’idea di una facile carriera, che non hanno capito questi elementari concetti, a vedere il film. Magari capiranno. E se non capiranno allora è perché non vogliono.
Il Fir poi resta una pietra miliare legge unica in italia ed in Europa in risposta alla folle normativa anti-meritocratica del bail-in.

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