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I problemi del nucleare francese mandano i prezzi dell’energia d’Oltralpe alle stelle

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I prezzi a termine dell’energia elettrica in Francia per l’inizio del 2024 sono doppi rispetto a quelli tedeschi per il prossimo inverno, poiché l’enorme flotta nucleare francese continua a mostrare segni di debolezza nella produzione e nella disponibilità.

Il prezzo dell’energia elettrica francese per il primo trimestre del 2024 era di 455 dollari (416 euro) per megawattora (MWh) mercoledì. Si tratta di un prezzo più che doppio rispetto a quello dello stesso periodo in Germania, dove il prezzo dell’energia era di 185 dollari (169 euro) per MWh per l’inizio del 2024, secondo i dati compilati da Bloomberg.
La Francia ha avuto problemi con molti dei suoi reattori nucleari, metà dei quali sono stati chiusi per riparazioni e manutenzione a più riprese nell’ultimo anno.

Invece la Germania ha posto fine all’era dell’energia nucleare nonostante le continue preoccupazioni per la sicurezza energetica e l’approvvigionamento energetico dopo l’invasione russa dell’Ucraina e la fine delle forniture di gas naturale dalla Russia, che prima della guerra era il principale fornitore di gas della più grande economia europea.

In Francia, il mese scorso sono riemerse le preoccupazioni per le operazioni del grande parco nucleare francese, dopo che l’autorità francese per la sicurezza nucleare, l’ASN, ha detto al gigante dell’energia e gestore di grandi reattori nucleari EDF di rivedere il suo programma di controlli dei reattori, in seguito alla scoperta di un’altra crepa in una centrale nucleare.

Questo ha portato a un’impennata dell’8% in un solo giorno dei prezzi dell’energia elettrica francese per il prossimo anno, il più grande balzo dalla fine di gennaio.
Per gran parte dell’anno scorso, la produzione di energia nucleare in Francia è stata ben al di sotto della capacità, dato che più della metà dei reattori del Paese sono stati offline a un certo punto dell’autunno a causa di riparazioni o manutenzione.

Al momento, le centrali nucleari francesi producono il 17,5% in meno rispetto al tasso di produzione medio previsto per il 2020 e il 2021. Si tratta di un calo rispetto al 23% dello scorso anno, quindi c’è qualche progresso, ma le preoccupazioni rimangono, anche perché il paese è percorso da continui scioperi.


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