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I funzionari della BCE giudicano il lavoro della Lagarde scarso o molto scarso

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Una situazione sta mettendo in grave, meritato, imbarazzo la BCE, o meglio i suoi vertici. Come riporta il FT Christine Lagarde si starebbe comportando male, o addirittura  molto male,  come presidente della Banca Centrale Europea, secondo la maggior parte degli intervistati in un sondaggio commissionato dal sindacato dei lavoratori interno allche suggerisce che il dissenso interno è aumentato negli ultimi anni.

L’aumento del malcontento nei confronti della leadership della Lagarde riportato nel sondaggio è un duro colpo per il presidente della BCE, già in passato duramente criticato per alcuni suoi interventi, e che ha appena superato la metà del suo mandato.

Poco più della metà dei 1.159 intervistati ha dichiarato che la performance della Lagarde è stata “scarsa” o “molto scarsa”. Questo dato è ben superiore ai giudizi negativi di poco meno del 9% di Mario Draghi, che Lagarde ha sostituito nel 2019, e del 14,5% del suo predecessore, Jean-Claude Trichet. I sondaggi sui due precedenti presidenti della BCE sono stati effettuati alla fine del loro mandato, quindi quando ormai i funzionari interni non avevano più nulla da temere.

Il sindacato Ipso, che rappresenta i 5.089 dipendenti della BCE, ha dichiarato che i risultati, riportati per la prima volta da Politico, suggeriscono che la Lagarde ha “aperto il fianco” alla critica della banca centrale perché “le sue attività esterne sono visibilmente più incentrate su questioni non legate al core business della BCE”, cioè segue un’agenda politica e non economica. Il sindacato l’ha criticata per le sue “troppo frequenti” uscite in politica: questo mese ha detto che la potenziale rielezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti è “chiaramente una minaccia” per l’Europa.

Il sindacato ha aggiunto che Lagarde, essendo il primo presidente della BCE a non essere un economista di formazione, non ha “la stessa levatura tecnocratica dei due presidenti precedenti in materia di politica monetaria”, e che non abbia formazione economica o bancaria è proprio evidente.
Alcuni funzionari della BCE ritengono che i suoi sforzi per semplificare la comunicazione abbiano turbato il personale – ha definito gli economisti una “cricca tribale” durante un’apparizione al World Economic Forum di Davos la scorsa settimana,  cosa che è anche vera, ma che comunque non rende questa “cricca tribale” peggiore di quella dei politici di professione come lei. Pensano anche che una certa frustrazione derivi dal blocco del bilancio e delle assunzioni degli ultimi anni.
La BCE ha risposto attaccando, in modo gesuitico,  il sondaggio. Lo ha definito “imperfetto” e ha affermato che la stessa persona avrebbe potuto compilarlo più volte, ma è stato difficile rispondere sulla sostanza delle osservazioni.

A dimostrazione della crescente disillusione del personale della BCE, quasi il 60% degli intervistati da Ipso ha dichiarato di avere poca o nessuna fiducia nella Lagarde e nel comitato esecutivo, rispetto a poco più del 40% di un anno fa.
Probabilmente una parte dello scontendo deriva dagli scarsi incrementi nelle retribuzioni, dopo che lo scorso anno la BCE ha concesso al personale un aumento di stipendio di poco superiore al 4%, lasciando ai dipendenti una riduzione dello stipendio in termini reali dopo che l’inflazione è stata in media dell’8,4% nell’eurozona nel 2022. Ora la banca offre al personale un aumento di stipendio del 4,7%, inferiore al tasso di inflazione dell’eurozona del 5,4% dello scorso anno. Del resto la BCE predica il contenimento dell’inflazione attraverso la moderazione salariale, quindi non poteva che applicarlo ai propri dipendenti!

La sua spinta a tenere conto dei cambiamenti climatici nelle decisioni della BCE ha riscosso un maggiore consenso, con il 57% di favorevoli, più della metà, ma non tantissimi per un ambiente altamente ideologico come la BCE.
Lagarde ha anche sottolineato la volontà di migliorare la diversità di genere all’interno della banca centrale. Ma più della metà del personale intervistato ha dichiarato di non condividere il suo approccio agli obiettivi di genere.
Le donne, che rappresentano il 37% degli intervistati, si sono dimostrate più favorevoli alle politiche di diversità della Lagarde rispetto agli uomini. Ma i livelli di soddisfazione per le politiche sono stati più bassi sia per gli uomini che per le donne rispetto a Draghi.


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