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I fondi ESG europei dovranno forzatamente vendere le azioni delle società petrolifere

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I fondi ESG che operano in Europa rischiano un disinvestimento forzato dalle società petrolifere e del gas in base a una nuova normativa francese.

Secondo il nuovo regime, ai fondi ESG che vogliono ottenere l’etichetta ufficiale francese di investimento “socialmente responsabile” sarà vietato detenere azioni di società petrolifere e del gas impegnate in nuove esplorazioni e produzioni.
Poiché non esiste praticamente nessuna società petrolifera e del gas che non si occupi di nuove esplorazioni e produzioni, le nuove regole comporterebbero un disinvestimento, come riporta il Financial Times, citando fonti dell’industria finanziaria.

Inoltre, dato che i fondi ESG operano a livello transfrontaliero in Europa, quelli con sede in Francia non saranno gli unici interessati dalle nuove regole. La normativa si allargherà agli altri paesi, per le norme del mercato unico. 

“È lecito supporre che praticamente tutte le società che si occupano di esplorazione, produzione e raffinazione di petrolio e gas cerchino continuamente di espandere le proprie attività petrolifere e di gas”, ha dichiarato al FT Hortense Bioy, direttore globale della ricerca sulla sostenibilità di Morningstar.

“Gli investitori difficilmente troveranno un’azienda petrolifera e del gas che non abbia in programma di sostituire la produzione in calo dei vecchi giacimenti con lo sviluppo di nuovi giacimenti, sia per quanto riguarda il petrolio che il gas”, ha aggiunto Bioy.

Nel frattempo, un dirigente di Deutsche Bank ha recentemente dichiarato a Reuters che i titoli del settore petrolifero e del gas dovrebbero essere inclusi in tutti i fondi di investimento ESG, per garantire la necessaria stabilità e prevedibilità.
“Quando pensiamo all’energia pulita, si tratta di modelli di business piuttosto nuovi e sensibili ai tassi di interesse”, ha dichiarato a Reuters Markus Mueller, chief investment officer ESG di Deutsche. “Gli investitori sono alla ricerca di società energetiche tradizionali che hanno investimenti in energie rinnovabili… Preferiscono la transizione piuttosto che le esclusioni”.

Mueller si riferiva probabilmente al recente crollo del mercato dei titoli del settore eolico e solare, che sono stati colpiti dall’aumento dei tassi di interesse a differenza dei titoli del settore petrolifero e del gas, grazie alla forte posizione di liquidità di questi ultimi.

Secondo il FT, i fondi che attualmente hanno il marchio di investimento sostenibile francese detengono circa 7 miliardi di euro in titoli del settore petrolifero e del gas.

Comunque non preoccupatevi: semplicemente i fondi non esg guadagneranno di più investendo nelle società energetiche classiche. Questa decisione se mai renderà i fondi ESG ancora più problematici da piazzare.

 


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