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Guerre e massacri. “Ho mandato un bravo ragazzo, ne hanno fatto un assassino”. Il massacro di My Lai

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Oggi si è tornato a parlare di crimini di guerra, visto quello che sta accadendo in Ucraina. La verità di questi eventi è sempre confusa, spesso richiede anni per essere chiarita perché coinvolge e comporta responsabilità in alto: pensiamo a quanto successo a Srebrenica, dove la verità richiese anni, anche perché chiamava in corresponsabilità l’esercito olandese.

Ci sono però numerosi casi in cui i vertici non hanno particolari responsabilità, ma questa viene a ricadere sugli uomini sul campo e sugli ufficiali subalterni, spesso non preparati, mentalmente disturbati o non sufficientemente intelligenti per comprendere quello che succede.

Il caso esemplare è quello del massacro di My Lai, in Vietnam. La Compagnia Charlie, 1° Battaglione, 20° Reggimento di Fanteria, 11a Brigata, 23a Divisione di Fanteria, arrivò nel Vietnam del Sud nel dicembre 1967. Sebbene i loro primi tre mesi in Vietnam trascorsero senza alcun contatto diretto con l’Esercito Popolare del Vietnam o le forze Viet Cong (VC), a metà marzo la compagnia aveva subìto 28 vittime tra mine o trappole esplosive.  Due giorni prima del massacro di My Lai, la compagnia aveva perso un popolare sergente a causa di una mina, e i soldati erano nervosi. Al comando del capitano Medina sbarcarono dagli elicotteri nel villaggio di Son My. La zona era stata definita di “Fuoco libero” perché l’esercito aveva lanciato dei volantini avvertendo i civili di andarsene, ma capite bene che è difficile capire dove possono andare a rifugiarsi le persone che hanno lì la casa. Alcuni Viet Cong furono visti muoversi verso il villaggio di My Lai, e furono inseguiti dal tenente Calley e dalla compagnia Charlie. Nel villaggio però non vi erano Viet Cong, ma donne che preparavano il pranzo all’aperto e si preparavano al mercato che doveva esserci quel giorno. Subito i civili non fuggirono, forse neppure si resero ben conto di quello che stava per accadere.

Harry Stanley, un mitragliere della Charlie Company, disse durante l’inchiesta della Divisione investigativa criminale dell’esercito americano che gli omicidi iniziarono senza preavviso. Per prima cosa ha osservato un membro del 1 ° plotone colpire un uomo vietnamita con una baionetta. Quindi lo stesso soldato ha spinto un altro abitante del villaggio in un pozzo e vi ha lanciato una granata. Poi vide quindici o venti persone, principalmente donne e bambini, inginocchiate attorno a un tempio con incenso che bruciava. Stavano pregando e piangendo. Furono tutti uccisi da colpi alla testa. Un folto gruppo di circa 70-80 abitanti del villaggio fu radunato dal 1 ° plotone condotto a un canale di irrigazione a est dell’insediamento. Sono stati quindi spinti nel fosso e uccisi a colpi di arma da fuoco dai soldati dopo ripetuti ordini emessi da Calley, che stava sparando, personalmente. Il PFC Paul Meadlo ha testimoniato di aver esaurito diversi caricatori di fucili M16. Ha ricordato che le donne dicevano “No VC” e cercavano di proteggere i propri figli. Si ricordava che stava sparando a uomini e donne anziani, di età variabile dalle nonne agli adolescenti, molti con neonati o bambini piccoli in braccio, poiché era convinto in quel momento avessero esplosivi addosso.  Un testimone dell’accusa ha raccontò di un episodio particolarmente raccapricciante durante la sparatoria: “Molte donne si erano gettate addosso ai bambini per proteggerli, e all’inizio i bambini erano vivi. Poi, i bambini che erano abbastanza grandi per camminare si sono alzati e Calley ha cominciato a sparargli addosso”. Il massacro terminò quando il tenente Hugh Thompson Jr. dal suo elicottero minacciò di mitragliare i soldati americani se non avessero smesso. Il tenente salvò, con il suo equipaggio, una bambina e alcuni feriti. L’esercito gli diede la medaglia d’onore “Per aver salvato dei civili sotto il fuoco nemico”. Un bugia e Thomson butto via la medaglia. Successivamente ricevette il Purple Heart e la “Soldiers Medal” per servizi resi ai civili non legati al combattimento.

Furono 400 in tutto i civili uccisi. Subito dopo Thompson fece rapporto, quindi i vertici militari seppero tutto da subito, ma cercarono di insabbiare il massacro, parlando di scontri con i Viet Cong. Le voci però correvano e giunsero alla stampa. Nel 1970 fu aperta una Corte Marziale. Calley raccolse denaro per una costosa difesa con i migliori avvocati, ma fu condannato, unico di 26 imputati, all’ergastolo, subito però graziato da Nixon. Ne trascorse solo tre e mezzo agli arresti domiciliari.

La guerra mette l’uomo davanti a quello che é. Persone mediocri diventano massacratori. Anche per questo la guerra fa schifo.

Ecco un video sulla vicenda


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