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Difesa

Gli USA hanno colpito 230 obiettivi degli Houthi, fra le contestazioni degli stessi democratici

Il ministero della difesa USA dichiara di aver compiuto 230 attacchi contro le milizie Houthi, ma lp’intervento è stato contestato per la debole base legale utilizzata per giustificarlo. Inoltre ci sono dubbi sull’efficacia

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Combattenti Houthi
Combattenti Houthi

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha dichiarato in un’audizione della Commissione Esteri del Senato di aver colpito 230 obiettivi nello Yemen da quando l’amministrazione Biden ha ordinato gli attacchi aerei il mese scorso.

Mercoledì, inoltre, il Comando Centrale degli Stati Uniti ha dichiarato di aver abbattuto cinque droni aerei Houthi nel Mar Rosso durante la notte. Nel fine settimana le forze statunitensi hanno colpito obiettivi terrestri degli Houthi, colpendo depositi sotterranei di armi, depositi di missili, sistemi di difesa aerea e altri obiettivi chiave. Le forze statunitensi hanno anche intercettato una nave iraniana che trasportava parti di missili nello Yemen.

“Nonostante le affermazioni degli Houthi, questi attacchi sono quasi del tutto estranei a Israele e alle navi affiliate a Israele e, per essere chiari, qualsiasi attacco di questo tipo sarebbe comunque del tutto illegittimo. Si tratta di attacchi indiscriminati che costituiscono un affronto al commercio marittimo tanto quanto la pirateria”, ha dichiarato il Vice Segretario alla Difesa Daniel Shapiro a una sottocommissione del Comitato per le Relazioni Estere del Senato, come riportato da Bloomberg.

Shapiro ha anche detto che gli attacchi degli Houthi hanno colpito 55 paesi che si affidano al commercio attraverso il Mar Rosso, con più di 12 grandi spedizionieri che hanno sospeso il transito attraverso l’area fino ad oggi e con un aumento dei costi assicurativi.

Secondo la US Energy Information Administration (EIA), circa 7 milioni di barili al giorno di greggio e prodotti petroliferi attraversano il Mar Rosso, rappresentando il 12% del commercio di greggio via mare.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha osservato nel suo rapporto sul petrolio di febbraio che “mentre il petrolio in mare è aumentato di 60 mb [milioni di barili] a dicembre a causa di considerazioni fiscali di fine anno e di diversi proprietari di petroliere che hanno dirottato le navi dal Mar Rosso verso il Capo di Buona Speranza, le scorte a terra osservate sono diminuite di quasi 40 mb”.

L’intervento è stato però contestato da membri dello stesso partito del presidente Biden: la giustificazione legale dell’amministrazione Biden per i suoi attacchi ai militanti Houthi nello Yemen è “risibile”, ha dichiarato il senatore Tim Kaine  durante l’udienza parlamentare. 

Parlando con gli ufficiali della difesa, Kaine ha detto che, sebbene “il comportamento degli Houthi sia ripugnante”, nutre “grave scetticismo” sull’interpretazione dell’amministrazione dei poteri militari presidenziali ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione.

In realtà gli Houthi hanno continuato ad attaccare il traffico nell’area del Bab Al Mandab e del golfo di Aden. Una settimana fa una nave britannica è stata colpita e gravemente danneggiata, tanto da minacciare l’affondamento.


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