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Gioie dell’elettrico: 230 licenziamenti della Magneti Marelli che chiude uno stabilimento che non serve più

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La Marelli chiude lo stabilimento di Crevalcore (BO) perché non serve più, con le auto elettriche. Lo ha annunciato l’azienda ai sindacati nell’incontro che si è tenuto a Roma martedì. A Crevalcore, dove si producono collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio entrambi componenti per motori, lavorano 230 persone, ma di questi pezzi non c’è più bisogno, con l’introduzione dell’elettrico, per cui quello che rimane da produrre sarà concentrato a Bari. Nel bolognese ci chiude!

“La direzione aziendale ha spiegato che le ragioni sono duplici, vale a dire il risultato economico assai negativo, quest’anno previsto pari a circa sei milioni di perdita anche a causa dell’aumento del costo dell’energia, nonché la dinamica negativa delle attività legate al motore endotermico che oggi porta a un utilizzo del 45% della capacità produttiva e calerebbe naturalmente anno dopo anno fino ad arrivare al 20% nel 2027”, si legge nella nota diffusa da Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM AqcfR, che hanno proclamato per venerdì 22 settembre uno sciopero di otto ore per tutti gli stabilimenti del gruppo e chiedono l’intervento del governo.

La scelta, contestano ancora i sindacati dei metalmeccanici, non prevede “alcun investimento per la transizione all’elettrico”. L’intenzione di Marelli, in ogni caso, è quella di chiudere all’inizio del prossimo anno. Per quanto riguarda gli altri stabilimenti italiani, invece, la situazione appare nel complesso stabile. Sul comparto Lighting non ci sono novità, così come sullo after market per cui non è stato raggiunto l’accordo di cessione.

Il problema è che non è possibile far transitare tutto all’elettrico: prima di tutto le auto elettriche hanno un numero di componenti inferiori rispetto a quelle a combustione interna, per cui qualcosa deve comunque saltare. inoltre le componenti importate sono molte di più. Quindi non tutti gli impianti sono adatti alla riconversione.

Quello di crevalcore è solo il primo, piccolo, passo dei licenziamenti e delle chiusure che accompagneranno una transazione all’elettrico approssimativa e troppo antiticipata. 


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