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Germania e satelliti si oppongono alla riforma del mercato energetico europeo.

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Un gruppo di sette Stati membri dell’UE chiede alla Commissione europea di rifare le valutazioni prima di proporre un’importante revisione dei sistemi di mercato dell’energia e dell’elettricità dell’UE, esprimendo il timore che i cambiamenti “in modalità crisi” possano indebolire il mercato unico e scoraggiare gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Qualsiasi riforma che vada oltre gli aggiustamenti mirati del quadro esistente dovrebbe essere sostenuta da una valutazione d’impatto approfondita e non dovrebbe essere adottata in modalità “crisi””, hanno scritto Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Estonia, Finlandia, Lussemburgo e Lettonia in una lettera alla Commissione europea visionata da Reuters. 

Il mese scorso, la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla riforma della struttura del mercato dell’elettricità dell’UE con l’obiettivo di “proteggere meglio i consumatori dall’eccessiva volatilità dei prezzi, sostenere il loro accesso a un’energia sicura da fonti pulite e rendere il mercato più resiliente”.

I sette Stati membri dell’UE che si oppongono alla “modalità di crisi” a lungo termine sostengono che il sistema e il mercato dell’UE devono continuare a incentivare gli investimenti nelle energie rinnovabili, che il blocco considera cruciali per ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e il loro impatto sulla bolletta energetica.

L’idea di estendere una tassa temporanea sui generatori non a gas potrebbe compromettere gli investimenti nelle rinnovabili, hanno detto i Paesi. Anche il gruppo industriale dell’elettricità Eurelectric ha espresso preoccupazione per gli interventi affrettati in caso di crisi che potrebbero avere implicazioni a lungo termine sul mercato dell’UE.

“Cambiamenti radicali nella progettazione nel bel mezzo di una crisi sarebbero dannosi nel lungo periodo. Potenzialmente per la sicurezza dell’approvvigionamento e sicuramente per la fiducia degli investitori. Una riforma mal concepita potrebbe causare un crollo pluriennale in un momento in cui gli investimenti sono più che mai necessari. Pertanto, suggeriamo di apportare integrazioni mirate all’attuale struttura del mercato”, ha dichiarato a dicembre Eurelectric in una lettera al Consiglio europeo sull’approvvigionamento energetico e i prezzi in Europa.

“È di fondamentale importanza distinguere tra misure di emergenza e una riforma strutturale del mercato”, ha affermato il gruppo.

Insomma la Germania e i suoi satelliti non vogliono tassare gli utili enormi realizzati da chi produce energie rinnovabili. Una scelta che vorrebbe rilanciare queste forme di produzione energetica lontane dal carbonio, ma che però verrebbero pagate dai cittadini europei.


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