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Gas Naturale: crollano le esportazioni di Gazprom, e il prezzo in Europa va alle stelle. Che intelligentoni

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Il gigante russo del gas Gazprom ha dichiarato martedì che le sue esportazioni di gas naturale sono crollate del 36,2% a 78,5 miliardi di metri cubi tra gennaio e la metà di agosto, con il calo più sensibile verso i paesi europei. 

Anche la produzione di gas naturale è diminuita, scendendo del 13,2% a 274,8 miliardi di metri cubi tra il 1° gennaio e il 15 agosto rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo un comunicato di Gazprom.

Dall’invasione russa dell’Ucraina, Gazprom ha ridotto le forniture agli Stati membri dell’Unione Europea, anche tagliando le forniture a Polonia, Bulgaria e Finlandia. Due mesi fa, la Russia ha ridotto drasticamente la fornitura di gas attraverso il gasdotto chiave Nord Stream verso la Germania al 40% della capacità. Dopo un periodo di manutenzione regolare di 10 giorni, Gazprom ha ulteriormente ridotto i flussi di Nord Stream al 20% della capacità del gasdotto alla fine di luglio. La spiegazione russa per i flussi di gas ancora più bassi verso l’Europa è stata che un’altra turbina di una stazione di compressione è stata mandata a riparare, mentre quella che il Canada ha riportato dalle riparazioni deve ancora essere restituita e installata.

L’UE, da parte sua, ha ridotto del 50% la sua dipendenza dalle forniture di gas russo, ma sarà necessario risparmiare per compensare la differenza con forniture alternative. È quanto ha dichiarato all’inizio del mese l’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, in un post sul suo blog.

“Siamo già riusciti a far fronte a una riduzione complessiva della quota di importazioni di gas russo dal 40% all’inizio dell’anno al 20% circa di oggi, principalmente acquistando più LNG, la cui quota di utilizzo del gas è raddoppiata dal 19% al 37%”, ha affermato il massimo diplomatico dell’UE.

Sempre martedì, Gazprom ha avvertito che i prezzi di riferimento del gas in Europa potrebbero aumentare del 60% quest’inverno.

I prezzi del gas in Europa sono già molto alti e questa settimana hanno continuato a salire a causa dell’elevata domanda dovuta all’ondata di caldo e alle forniture di altri combustibili per la produzione di energia elettrica, limitate dal basso livello dell’acqua nel principale corridoio di trasporto del petrolio in Europa, il fiume Reno.

I prezzi di riferimento del gas in Europa presso l’hub olandese TTF sono aumentati del 2% a 215,50 dollari (211,35 euro) per megawattora lunedì e sono balzati di un altro 5,9% a 243 dollari (239,62 euro) per megawattora martedì mattina ad Amsterdam.

Quindi Gazprom, cioè la Russia, sta vendendo molto meno gas in Europa, ma si prepara a venderlo molto più caro, e comunque i prezzi del gas stesso stanno andando alle stelle. Una situazione pessima per i paesi occidentali, non ottimale neanche per la Russia perché, a questi prezzi, i paesi occidentali saranno spinti a trovare fornitori alternativi ovunque, e, fra nuovi termina e gasdotti,, si tratta solo di una questione di mesi. Una situazione in cui ci perdono tuti.


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