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FTX: storia della follia che può accadere agli exchange centralizzati

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Tanto tuonò che piovve. Gli exchange centralizzati, quelli dove si deposita le criptovalute per gli scambi lasciandone il possesso a  un ente terzo, sono simili alle banche del XVIII e XIX, secolo, prima che sorgesse quel minimo di controllo necessario per non svegliarsi la mattina senza più soldi sul conto corrente. Nell’a prima metà dell’ottocento banche USA simulavano le scorte in oro coprendo casse di chiodi con  uno strato di monete, oggi certi exchange centralizzati usano i fondi depositati per il proprio sviluppo, con il rischio di non poterli restituire.

Qui veniamo al caso FTX: venerdì FTX Trading ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11, mettendo a segno un’improvvisa e sorprendente caduta per uno dei maggiori exchange di criptovalute al mondo.

Anche il fondatore e CEO Sam Bankman-Fried si è dimesso dalla società, che ha nominato John J. Ray III come nuovo amministratore delegato. Bankman-Fried ha intenzione di rimanere in FTX durante tutto il procedimento della bancarotta.

L’immediato scarico con il  Chapter 11 (la bancarotta) è appropriata per dare al Gruppo FTX l’opportunità di valutare la sua situazione e sviluppare un processo per massimizzare i recuperi per le parti interessate“, ha detto Ray nella dichiarazione.

Per capire il livello a cui era giunto FTX nella sua hubrys, dal 2019, FTX detiene anche i diritti di denominazione dell’arena dove i Miami Heat giocano le loro partite casalinghe. La FTX Arena è di proprietà della Contea di Miami-Dade.

Venerdì sera, tuttavia, in risposta alla bancarotta, la Contea di Miami-Dade e gli Heat hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui affermavano di “prendere immediatamente provvedimenti per interrompere i nostri rapporti commerciali con FTX” e di essere alla ricerca di un “nuovo partner per i diritti di denominazione”.

Sono potenzialmente milioni gli investitori in criptovalute che detenevano i propri token su FTX, quindi la ricaduta a livello mondiale è colossale e si sentirà per molto, molto tempo. Il commento più sferzante è quello di Elon Musk…

L’ultimo tentativo di salvataggio era statoi fatto da Binance, ma, evidentemente, il buco era troppo grande per poter essere colmato. Nello stesso tempo, come accade con il fallimento di una singola banca, anche tutti gli altri exchange risentiranno pesantemente dal punto di vista reputazionale dal fallimento di FTX.

Non è detto che tutti i token siano persi e la società ha già messo in atto uno struemnto per la restituzione di alcuni di questi, come Tron

Le cause? L’indagine punta sulla consociata, anch’essa in bancarotta, Alameda Research, che avrebbe piazzato una serie di scommesse estremamente rischiose usando i fondi dei depositanti per poter vedere un utile da distribuire a socie e investitori che poi non si è realizzato. Un po’ come facevano nell’ottocento le banche che investivano i soldi dei correntisti in speculazioni immobiliari e industriali che qualche volta andavano bene molte altre volte no.

Ovviamente BTC è precipitato, ma la colpa è anche di chi non ha rispettato la crezione di Satoshi: BTC nasce per non dover affidare i soldi in modo fiduciario a terzi. Se questi poi vengono affidati comunque, è ovvio che ci sia il rischio di perderli…

 

 


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