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Freedom Convoy Canada: quanti wallet sono stati sequestrati dal governo canadese?

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Quanti wallet di criptovalute sono stati congelati o, peggio, sequestrati perché collegati al finanziamento del Freedom Convoy in Canada?

La risposta: NESSUNO.

Il perchè è interessante.  Alla base di tutto c’è l’ingiunzione  emessa dalla Corte superiore dell’Ontario (Ingiunzione Mareva) contro gli organizzatori del convoglio (Dichter, Lich, Barber), Pat King, e diverse persone che sono state coinvolte nella raccolta fondi di Tallycoin per i camionisti, a cui sono stati aggiunti altre persone non identificate, titolari di wallet di valute virtuali. La sentenza obbligava al sequestro di 134 wallet in totale.

Quindi l’ingiunzione ordinava che anche qualsiasi portafoglio che avesse ricevuto fondi da uno di questi portafogli venisse congelato. Quindi non sarebbe stato possibile spostare un Satshi su Coinbase, Kraken, Binance, BitBuy, ecc., anche i portafogli caldi riceventi di quegli scambi sarebbero tecnicamente “congelati”.

In passato qualcuno ha provato a bloccare le transazioni che non fossero ​​”completamente conformi a AML e OFAC”, censurando le altre, ma l’iniziativa non ha avuto successo. Del resto, secondo la società di analisi blockchain Chainalysis, che consulta numerose forze dell’ordine e agenzie di intelligence, solo lo 0,5% di tutte le transazioni Bitcoin sono di natura illecita.

Quindi, cosa è successo in pratica? L’ingiunzione di per se direbbe che: “Qualsiasi altra persona che è a conoscenza di questo ordine e fa qualsiasi cosa che aiuti o permetta al Convenuto di violare i termini del presente Ordine può anche essere considerata oltraggio alla corte e può essere multata o imprigionata. “ E se una persona o autorità non risiede in Canada? Se non è a conoscenza dell’ordine, come il 99,999% delle persone e dei detentori di wallet nel globo terracqueo?

La semplice realtà,  è questa: nessun governo può effettivamente sequestrare o congelare qualsiasi cosa archiviata in qualsiasi portafoglio custodito dal proprietario. Infatti, nessuno può effettivamente “aiutare o permettere” agli imputati di violare i termini dell’ordinanza, perché solo chi detiene le chiavi private dei portafogli specificati è in grado di farlo.

I tribunali possono emettere ordini e il governo può emettere decreti che vietano a qualsiasi entità sotto la loro giurisdizione di consentire trasferimenti in entrata o in uscita da quegli indirizzi: questo è ciò che intendono per “congelamento” dei portafogli. Però se il wallet è in mano ad una persona fisica, o fisicamente accedono con la chiave privata, altrimenti possono provare a “Limitarlo”, non sequestrarlo. Quei possessori di portafogli possono ancora spostare quei Bitcoin a qualsiasi altro indirizzo BTC, purchè non sia soggetto ad un controllo diretto delle autorità monetarie. Questo significa che ci sono circa

1.461.501.637.330.902.918.203.684.832.716.283.019.655.932.542.000 (CIRCA….) ancora utilizzabili

Certo, è vero che  Bitcoin non è anonimo, è tracciabile. Però i fondi possono essere tracciati, ma non bloccati,. e chi li riceve non sa nulla di chi li ha inviati. Di cosa può essere ritenuto colpevole?

Abbiamo poi un universo, vero e proprio, di entità che non risiedono nella giurisdizione della Corte Superiore dell’Ontario, che quindi non può farci assolutamente nulla. Abbiamo , in questo universo di entità:

  • Borse regolamentate non dal Canada
  • Exchange decentralizzati (DEX)
  • Scambi tra pari
  • Blockchain di livello 2
  • Wrapped assets
  •  finanza decentralizzata (DeFi), market maker automatizzati e pool di liquidità

Come si può poi applicare l’ingiunzione Mareva a una organizzazione autonoma decentralizzata (DAO)? Facciamo un esempio con PancakeSwap, che è uno di quei DAO decentralizzati di cui stavo parlando. PancakeSwap non è un’entità che può essere prontamente sottoposta a un’ingiunzione del tribunale, è uno smart contract. Quindi non si può neppure dire che qualcuno violi volontariamente l’ingiunzione del tribunale: semplicemente questa è inutile, perché non può mettere in galera un algoritmo.

Ecco perché in un mondo autoritario e pazzo forse avere una piccola riserva in valute virtuali non è così sbagliato.

 


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