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Francia: la riforma delle pensioni è la fine del macronismo?

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Il macronismo si avvia alla rovina, a causa della riforma delle pensioni? Questa norma non deve essere letta come l’inizio dei guai politici di Emmanuel Macron, appena iniziato il suo secondo mandato, ma come il culmine di una strategia dal sapore nichilista che sta seguendo il rieletto presidente. Sembra che stia perseguendo una politica che distrugge il proprio lato politico e danneggia i possibili alleati moderati, quelli che, per ora, gli han permesso di portare a casa l’approvazione della riforma.

La tragedia del macronismo è il suo relativismo assoluto, il suo non voler essere, ufficialmente, né di destra né di sinistra, ma l’imporre la propria volotà in modo assoluto.  Questa riforma del sistema pensionistico non dovrebbe  essere di sinistra: ha permesso una certa riduzione del suo deficit strutturale, e ha risposto alle sfide della demografia attaccando il totem dell’età legale di pensionamento.Questa riforma non dovrebbe essere di destra: un terzo dei risparmi ottenuti è stato immediatamente reinvestito in compensazioni che avrebbero dovuto ammorbidire il trattamento, mentre si incrementano le pensioni più piccole. Nello stesso tempo quello che ne è fuoriuscito è un prodotto spurio, che riesce nell’impresa di scontentare tutti e non accontentare nessuno. Una riforma in teoria buona a tutto, quindi buona a niente.

Quindi una riforma meno impattante di quello che sembra viene imposta con un’arroganza tipica del macronismo, con una violenza istituzionale, e non solo, mai vista. Macron ha passato il voto di censura sul filo del rasoio, e solo perché gli ex gollisti di Les Republicains si sono rivelati esattamente quello che tutti si aspettavano: dei banali voltagabbana pronti ad agire come quinta colonna macronista (ma gli elettori se ne ricorderanno). Eppure non sembra abbia tratto nessuna conseguenza da quanto successo, esattamente come ha rivelato il suo discorso di oggi: nessun ripensamento, nessuna revisione, la riforma sarà comunque applicata, minacce al “Fazionismo” di una parte delle manifestazioni e rifiuto di qualsiasi legittimazione della “Folla” cioè di quelli che ora stanno protestando. Se già il voto parlamentare di censura, secondo l’rt 49.3, aveva buttato olio sul fuoco, il discorso di oggi getterà direttamente benzina.

Perchè le manifestazioni non si stanno fermando, anzi c’è da attendersi una loro intensificazione nei prossimi giorni. Come mostra il canale telegram @anonymecitoyen i blocchi e le manifestazioni a sorpresa stanno esplodendo, bloccando porti, raffinerie e vie di comunicazione con numeri di manifestanti che rendono l’intervendo della polizia molto difficile:

Ad esempio ecco i blocchi al porto di Le Havre

Quindi a Rennes, dove i pescatori e marittimi hanno protestato con tale durezza che la polizia ha fatto intervenire i cannoni ad acqua, anche se il risultato è stato ancora maggior caos

 

A Lorient, uno dei maggiori porti francesi, sono stati bloccati sia i trasporti sia gli importanti depositi petroliferi

A tutto questo corrisponde una repressione sempre più violenta da parte delle forze di polizia, con casi di veri e propri pestaggi

Qui un BRAV-M una forza speciale, investe con la moto un manifestante

 

Qui un manifestante è fortemente sanguinante perché gli hanno spaccato il naso

Qui invadono un Domino Pizza a Rennes picchiando gli avventori

Quindi Macron ha lasciato mano libera alla repressione, mostrando, per l’ennesima volta, di avere ben poco rispetto per la democrazia e per l’opposizione, mostrando invece una pericolosa deriva autoritaria. Che succede se la polizia perderà ancora di più il controllo? Se ci scappasse, auguriamoci di no, il morto? A Macron, e ai responsabili dell’ordine pubblico, questo non sembra interessare molto.

 

 

 

 

 

 


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