Evergrande può andare in liquidazione? E che cosa può succedere? Intanto va in guerra civile

Un importante gruppo di obbligazionisti offshore di China Evergrande intende aderire alla richiesta di liquidazione del costruttore che verrà proposta nel corso di un’udienza presso un tribunale di Hong Kong che si terrà lunedì, secondo quanto riportato da Reuters questa settimana.

Il gruppo di obbligazionisti possiede più di 2 miliardi di dollari in titoli offshore garantiti da Evergrande e il suo sostegno alla richiesta di liquidazione del costruttore più indebitato al mondo aumenta le possibilità di un ordine di liquidazione immediato da parte del tribunale, chiudendo una storia disastrosa e di cui, soprattutto, non si capisce la fine.

Che succede nel caso di liquidazione di Evergrande

Prima di tutto ricordiamo che tutto avverrà secondo lenorme legali di Hong Kong, sede di Evergrande.  Se viene emesso un ordine di liquidazione, verrà nominato un liquidatore provvisorio e poi un liquidatore ufficiale per prendere il controllo e prepararsi a vendere i beni dello sviluppatore per ripagare i debiti.
I liquidatori potrebbero proporre un nuovo piano di ristrutturazione del debito ai creditori offshore che detengono 23 miliardi di dollari di debiti di Evergrande se dovessero stabilire che l’azienda ha abbastanza beni o se dovesse comparire un investitore “cavaliere bianco”. Inoltre, indagheranno sugli affari della società e potrebbero deferire ai pubblici ministeri di Hong Kong qualsiasi sospetto di cattiva condotta da parte degli amministratori.

Evergrande potrebbe impugnare l’ordine di liquidazione, ma il processo di liquidazione procederebbe in attesa dell’appello. Non è chiaro se le azioni di Evergrande saranno sospese dalle negoziazioni dopo un ordine di liquidazione. Le regole di quotazione richiedono che una società dimostri di avere una struttura aziendale con operazioni e valori patrimoniali sufficienti.

Evergrande ha citato un’analisi di Deloitte durante un’udienza del tribunale di Hong Kong a luglio, che stimava un tasso di recupero del 3,4% in caso di liquidazione dell’azienda, cosa che dovrebbe far paura a qualsiasi creditore. 

Tuttavia, dopo che a settembre Evergrande ha dichiarato che la sua unità di punta e il suo presidente Hui Ka Yan sono stati indagati dalle autorità per non meglio specificati “reati illegali”, i creditori si aspettano ora un tasso di recupero inferiore al 3%, cioè una perdita del 97%.  Le obbligazioni in dollari di Evergrande sono state offerte a circa un centesimo di dollaro venerdì, cioè con perdite del 99%. 

Dopo la liquidazione, il liquidatore potrebbe prendere il controllo delle filiali di Evergrande in tutta la Cina continentale sostituendo i loro rappresentanti legali uno per uno, un processo che potrebbe richiedere mesi o anni, sempre se rimaness qualcosa da gestire.

Gli esperti in materia di insolvenza hanno affermato che per il liquidatore sarebbe una sfida cambiare i rappresentanti in quanto Guangzhou, dove ha sede Evergrande, non è una delle tre città cinesi che riconoscono reciprocamente gli ordini di liquidazione con Hong Kong. La Cina ha una sorta di decentralizzazione del diritto che rende complesse le operazioni liquidatorie.  Anche se il liquidatore dovesse prendere possesso delle unità che hanno progetti onshore, molte di queste sono già state rilevate dai creditori, congelate dai tribunali, hanno un valore ridotto o sono addirittura in perdita a causa del calo dei prezzi degli immobili.

Guerra civile legale nel gruppo

Nel frattempo Evergrande Property Services, ha dichiarato venerdì che le sue unità hanno avviato un procedimento legale contro la società madre China Evergrande per recuperare 11,4 miliardi di yuan (1,59 miliardi di dollari) di garanzie di pegno su certificati di deposito.

A fine novembre, anche Jinbi Property Management, un’altra unità di Evergrande Property Services, ha avviato un procedimento per il recupero di circa 2 miliardi di yuan di garanzie sui certificati di deposito. La finalità di queste operazioni potrebbe essere prendere il controllo della liquidità rimasta prima che lunedì la società venga messa completamente in liquidazione.