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Esistono contratti firmati da CGIL con paghe di meno di 4 euro l’ora. Però sono antifascisti

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Curioso che la notizia non sia filtrata sui grandi media, ma sia rimasta limitata ai limiti dell’informazione.  Come riporta Radio Popolare, c’è un contratto nazionale multiservizi, firmato da CGIL e CISL, che prevede una paga oraria di meno di 4 euro l’ora, per essere precisi 3,96. La notizzia è uscita agli onori della cronacaa perché un giudice ha accolto il ricorso di una donna, guardiana in un magazzino, che prendeva la paga in questione per un totale di 640 euro netti al mese, risultando ampiamente al di sotto della soglia di povertà. Il giudice del lavoro ha stabilito che non si può lavorare a tempo pieno e guadagnare una paga al di sotto della soglia di povertà, prevedendo un risarcimento pari a 840 euro al mese, cioè quello necessario per superare la soglia di povertà definita dall’ISTAT.

Non vogliamo entrare nell’oggetto della sentenza, la cui critica lasciamo agli esperti di diritto, ma la notizia mette in evidenza come la CGIL abbia firmato un contratto con una paga oraria che sembra più una mancetta. Vivere a Milano con 640 euro non è da povertà, ma è da morir di fame , quando un decente mendicante è in grado di portare a casa cento euro al giorno. Chi ha firmato questo contratto sia sindacato, sia parte datoriale, ha umiliato il lavoro, per quanto questo possa essere leggero, ma rimane stupefacente che una parte sindacale come la CGIL, un tempo così rigorosa nella difesa dei  lavoratori, si sia ridotta ad accettare questo tipo di accordi. Soprattutto, invece di concentrarsi sull’Antifascismo, sulla lotta contro i lavoratori autonomi, non sarebbe meglio che si concentrasse nella tutela dei lavoratori e del loro benessere, anche materiale? Oppure è meglio essere poveri in canna e antifascisti, che democratici e benestanti?

Chi so sa…


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