Seguici su

Attualità

Economia: guerra fra marchi dell’Auto e fornitori in crisi. 70 mila posti a rischio

L’industria tedesca è in grave crisi, con una lotta fra marchi delle auto e aziende della componentistica. Una guerra causata dall’evoluzione tecnologica e dalla maggiore concorrenza cinese. Decine di migliaia di posti di lavoro a rischio

Pubblicato

il

Come sottolinea il quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt, è ormai quasi guerra aperta nel settore auto tedesco.  

Non che i rapporti fra case automobilistiche e fornitori siano perfetti, ma normalmente vengono risolti con una normale dialettica. Però ora, in Germania, questo meccanismo sembra essersi interrotto e si va alla gerra aperta che mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro in ballo.

Una guerra quasi aperta e la prima vittima è la qualità

Marchi di auto e i loro fornitori stanno stanno avendo una relazione sempre più complessa e tossica. L’ambiente si sta facendo troppo competitivo: mentre un tempo ci volevano da cinque a sette anni per pianificare un progetto di una nuova auto, ora sono i nuovi rivali  cinesi dettano un ritmo indiavolato.

BYD sviluppa un’auto in 24 mesi, mentre un produttore tedesco ha bisogno del doppio del tempo, secondo fonti intere, e questo fa si che le aziende tedesche non riescano più a seguire il ritmo, soprattutto i fornitori. Di conseguenza. Quindi i tempi sono ridotti e deve essere buona la prima. Il risultato è che la qualità viene a pagare il dazio, e questro provoca altri enormi problemi.

Il caso Bosch – Mercedes e il disastro batterie

Il caso Bosch Mercedes è esemplificativo della diffidenza che sta crescendo fra le parti, distruggendo una fiducia sviluppata in generazioni. Il motivo: le batterie Bosch in formato compatto che montate in quasi tutte le nuove auto Mercedes con motore a combustione. Contribuiscono a ridurre il consumo di carburante in fase di avviamento, partenza e accelerazione. con i sistemi stop-start nella auto “Mild hybrid”.  Senza questi sistemi, nessuna auto moderna a benzina o diesel con il logo della Stella uscirebbe dalla linea di produzione.

Bosch è stata la prima azienda al mondo a sviluppare un’unità a 48 volt con elettronica di potenza integrata per Mercedes. Tuttavia, ci sono stati enormi problemi con l’industrializzazione e il rapido aumento della produzione. “È stato davvero difficile per noi e ci è costato denaro”, ha lamentato di recente il capo di Bosch Hartung. Circa 100 ingegneri Bosch in più lavorano ora nella produzione di batterie a Eisenach. Nonostante questo nel 2023 la Mercedes ha dovuto rinunciare alla vendita di almeno 100 mila auto per la mancanza di batterie.

Bosch ha dovuto avviare una seconda linea di produzione, con investimenti enormi e perdite non indifferenti che hanno segnato il bilancio 2023. Secondo Bosch, la situazione sta già migliorando di giorno in giorno, ma solo perché Mercedes si accontenta ora di quantità inferiori a quelle contrattualmente possibili, secondo le fonti del settore. Inolte Mercedes ha dovuto distaccare decine tdi tecnici per superare i problemi delle batterie.

Problemi simili sono stati vissuti da BMW con il fornitore di freni avanzati Conti. Insomma, è un disastro.

BMW i8

BMW i8

Il caos semiconduttori

Prendiamo ad esempio il coronavirus: quando i semiconduttori si sono esauriti all’apice della pandemia, i produttori hanno dato la colpa ai loro fornitori. Per rimettere in sesto le catene di fornitura, le case automobilistiche hanno aggirato i loro fornitori tradizionali e hanno negoziato direttamente con i produttori di chip. Però questo si è convertito in una perdita seccca per i fornitori di componenti, scavalcati e messi in secondo piano.

I produttori si prendono i margini più grassi

Una cosa è certa: il  divario si sta allargando. Dalla crisi del coronavirus, i margini dei fornitori sono stati significativamente più bassi e ristretti rispetto a quelli dei produttori. Mentre le case automobilistiche come Volkswagen, BMW e Mercedes registrano margini dal sette al dodici percento, Bosch, Continental e ZF sono in grado di operare solo quasi in perdita in alcune forniture per il settore auto,

Molti fornitori e subappaltatori hanno contratti a lungo termine con i costruttori, ma non hanno considerato gli aumenti dei costi degli ultimi due anni per i materiali, l’energia e il personale, dice un esperto del settore. In vista della pressione sui costi, i fornitori stanno intensificando i tagli al personale.

In pericolo decine di migliaia di posti di lavoro.

Secondo i rappresentanti dei lavoratori, circa 12.000 posti di lavoro sono a rischio presso ZF solo in Germania, il che corrisponderebbe a quasi un quarto di tutti i posti di lavoro nel Paese. Alla Bosch, i dipendenti hanno recentemente protestato con una grande manifestazione presso la sede centrale di Gerlingen, vicino a Stoccarda, contro la prevista riduzione di un totale di 7.000 posti di lavoro.

L’anno scorso,  Continental ha deciso di effettuare ulteriori tagli di posti di lavoro nella sua divisione automobilistica, nell’ambito del programma di risparmio in corso dal 2019. In tutto il mondo, sono interessati 1750 posti di lavoro nel settore dello sviluppo. Nell’amministrazione, potrebbero andare persi 5400 posti di lavoro.

Si stima che circa 70.000 degli attuali 270.000 posti di lavoro nell’industria dei fornitori potrebbero andare persi entro il 2030. In Germania, il settore ha già perso quasi 40.000 posti di lavoro dal 2018. Ai licenzimaneti si accompagna la difficoltà dei vari  fornitori nel seguire un mondo sempre più complesso teccnologicamente, che espone facilmente ad errori disastrosi.

Volkswagen da il via al taglio dei costi e dei fornitori tedeschi

il Gruppo VW, tra tutte le aziende, stia cercando di ottimizzare i propri costi fuori controllo risparmiando sugli acquisti sta suscitando indignazione nel settore delle forniture industriali, perchè la caccia alla componentistica si allarga a tutto il mondo.

La situazione di Volkswagen riflette le sfide dell’industria automobilistica, dove la riduzione dei costi e la pressione sui fornitori possono portare a tensioni significative. Durante una riunione del Consiglio di Sorveglianza, è emerso che Volkswagen ha adottato misure severe nei confronti dei suoi fornitori, causando malcontento tra i dipendenti.

La strategia di VW, che esercita un’influenza dominante nel settore automobilistico europeo, costringe i fornitori a rischiare di più per mantenere i contratti, spingendoli verso nuovi mercati come la Cina e gli USA. Webasto, un fornitore, ha subito gravi perdite finanziarie dopo aver fallito un importante contratto con Ford negli Stati Uniti. Questo insuccesso, unito al rallentamento degli affari in Cina e alle difficoltà nell’elettromobilità, ha portato al taglio di 1600 posti di lavoro.

L’industria deve bilanciare qualità e costi, un conflitto che potrebbe intensificarsi con la riduzione del personale. Il settore automobilistico è paragonato all’aeronautica, dove pratiche simili hanno danneggiato la reputazione di Boeing. Tuttavia, i produttori tedeschi, come evidenziato dalla filosofia del fondatore Robert Bosch, non possono permettersi di compromettere la fiducia per il guadagno finanziario.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento