Attualità
Draghi in difficoltà al Parlamento europeo ed il rafforzamento del QE potrebbe essere rivisto
La sorte del QE a dicembre potrebbe essere oggetto di revisione, rispetto al previsto rafforzamento. Lo ha affermato il membro francese del Consiglio Direttivo della BCE, Benoît Cœuré, intervistato dalla LENA (Leading European Newspaper Alliance).
Riguardo alla manovra che i mercati si aspettavano egli ha così affermato: “Non abbiamo ancora preso una decisione in questo senso. Il dibattito è aperto. Nell’Eurozona la ripresa è avviata e in fase di accelerazione, ma rimane debole, e le aspettative di inflazione hanno cessato di aumentare, mentre l’inflazione di fondo è ferma. In dicembre saranno le proiezioni degli esperti dell’Eurosistema a informare la nostra decisione.”
La frenata sembra causata dalla netta posizione contraria tedesca che, valutando l’incapacità della manovra monetaria di risollevare l’inflazione, teme una vera e propria crisi finanziaria se il QE dovesse proseguire. Ed in effetti l’inflazione in Germania, dopo un accenno di rialzo, si sta riposizionando pericolosamente a livelli di crescita prossimi allo zero, con forti rischi per la sostenibilità dei rendimenti dei fondi pensione:
Intanto Mario Draghi, presentando oggi al Parlamento Europeo le previsioni della Bce sugli sviluppi monetari dell’Unione, conferma che in caso di bisogno il QE potrà essere prorogato anche oltre la scadenza di settembre del 2016 e che a dicembre il QE (in ciò ponendosi a contrasto con le dichiarazioni del membro francese del Board), potrebbe essere rivisto al rialzo. Il Presidente della BCE indica anche dei pericoli per la ripresa dell’Eurozona causati dalla spinta al ribasso nella crescita dell’economia mondiale ed ammette che la spinta inflazionistica dei paesi core si sta affievolendo: “I segnali di svolta dell’inflazione core si sono un po’ indeboliti” ha dichiarato Draghi. La colpa è dei prezzi del petrolio bassi che contengono il costo delle produzioni e dell’effetto ritardato della relativa forza del cambio dell’euro avutosi ad inizio anno. Il Presidente della BCE ha comunque difeso il QE affermando: “Le manovre di politica monetaria da noi adottate, insieme ai prezzi energetici inferiori, stanno sostenendo sia i consumi che, in modo crescente, la creazione di capitali”
Il numero uno della BCE è stato però oggetto di contestazioni per il ruolo avuto dalla Banca Centrale nelle crisi dei Paesi periferici: un parlamentare irlandese rivolgendosi al Presidente, dopo che questi aveva cercato di spiegare che le accuse alla BCE per l’austerity sofferta erano ingiuste dichiarando: “Non c’è alcun dubbio sul fatto che il processo di aggiustamento sia stato doloroso. Ma dovremmo ricordarci che gli aggiustamenti avrebbero causato ancora più sofferenze in assenza di assistenza finanziaria. I programmi hanno dovuto affrontare gli squilibri macroeconomici eccessivi che si erano accumulati nel corso di diversi anni“, ha esclamato “La Bce non è stata un vigile del fuoco nella nostra crisi. E’ stata una degli incendiari“.
L’audizione di Draghi è terminata alle 12.30.
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