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Draghi: il PNRR è impostato, chiunque può mandarlo avanti. Allora dov’è il problema?

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Quando Mario Draghi, esplicitamente o meno, era candidato alla presidenza della Repubblica  il problema del PNRR non si poneva. tutto appariva risolto, e questo non a detta di una persona qualsiasi, ma secondo le parole dello stesso Presidente del Consiglio: infatti Draghi diceva, a fine anno:

Se il PNRR era in sicurezza a fine 2021, allora come può essere un problema a luglio 2022? Abbiamo fatto dei passi indietro? Oppure quello che era stato detto in conferenza stampa non era completamente vero, ma era solo un desiderio, come direbbero gli anglofoni un “Wishful thinking”, che travisava la realtà?

Chi legge Scenari Economici sa che noi abbiamo avuto una visione sempre molto critica del PNRR che, così come è scritto, ci indebita per investimenti con ritorni economici molto bassi. Siamo obbligati a implementare delle politiche europee che avranno ristorni ridicoli, se non negativi, e che normalmente non avremmo mai fatto. L’Italia ha prima di tutto necessità di una grande manutenzione diffusa e di investimenti, come l’idrolettrico, che soprattutto necessitano di semplificazione burocratica, non di 100 rivoli di denaro. Il tutto senza considerare il caos di legacci, controlli, contro controlli , obiettivi e paccottiglia varia che rende il tutto complesso, confuso e con risultati di difficile valutazione. Ora questo strumento viene anche utilizzato per invocare prima la permanenza, poi probabilmente il ritorno di Draghi, unico in grado di implementarlo. Però se già lui ha dichiarato il PNRR “Missione compiuta”, che senso ha questa affermazione? Nessuna, è solo propaganda politica.

 

 

 


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