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Dopo i “Ristori” arrivano i “Sostegni”: più soldi, ma saranno sufficienti?

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In ritardo del decreto degli aiuti economici all’economia colpita dal covid-19 sta arrivando, anche se con un certo ritardo perché c’è stato bisogno di un profonda riscrittura per cancellare le maggiori storture lasciate dalla bozza del governo Conte. Abbiamo avuto un bel passaggio dai “Ristori” di Conte  ai “Sostegni” di Draghi, un primo cambio lessicale.

Vediamo i punti essenziali:

Lavoratori autonomi: per avere diritto ai sostegni  bisogna dimostrare un calo di fatturato nel 2020 pari o superiore  al  30%  rispetto al 2019 (nei precedenti indennizzi era al 33%). Gli aiuti partiranno dai mille euro per le persone fisiche ai  2 mila  fino a 150 mila euro per le società e copriranno anche le startup.  Si prevede una specie di scaglionamento dei rimborsi su 5 fasce:

  • 60% della perdita per le partite Iva (quindi imprese e professionisti) che hanno fatturati entro i 100 mila euro,
  • 50% per fatturati tra 100 mila e 400 mila euro,
  • 40% per fatturati tra 400 mila euro e un milione di euro,
  • 30% tra un milione e 5 milioni di euro
  • 20% tra 5 e 10 milioni di euro.

I contributi del vecchio decreto Rilancio prevedevano invece percentuali del 20, 15, e 10% su fasce di ricavi e compensi fino a un milione di euro, per cui possiamo dire che c’è stata una maggiore generosità nel governo attuale.

Fisco. Sono previsti sostegni per le partite Iva per una somma pari a  11,5 mld di euro. L’impegno è di far accreditare i bonifici dall’11 aprile e completare il percorso entro il 30 aprile. Si procederà con una autocertificazione da presentare entro 60 giorni dalla apertura del canale. Il ministro dell’economia Daniele Franco presentando il provvedimento alle forze di maggioranza ha precisato che  ci sarà l’opzione se ricevere il sostegno come cifra monetaria o come credito d’imposta sulle cifre da versare.

Anno Bianco Contributivo. Gli autonomi otterranno la conferma dell’anno bianco contributivo  per il quale sono stanziati 1,5 miliardi di euro. Quindi niente quote fisse per gli autonomi senza reddito.

Quindi il decreto Sostegni prevede il rifinanziamento delle forme di Cassa Integrazione utilizzate sinora che permetteranno il loro prolungamento, in modo scaglionato, sino a ottobre, e quindi anche il rifinanziamento di forme di sostegno sociale come la NASPI e si copriranno anche i cosiddetti “Lavoratori fragili”.

Cosa possiamo dire di quanto contenuto in questa bozza di decreto legge: sicuramente è un grande passo avanti rispetto ai vecchi “Ristori”, con cifre molto più consistenti, ma che sicuramente non compensano le perdite delle aziende e difficilmente saranno in grado di compensarne i costi fissi. Un aiuto , vero, ma bisognerà pensare ad un successivo decreto che favorisca la ripartenza vera e, magari la nascita di nuove attività. Perché non pensare a una “No Tax Area” per i lavoratori autonomi sino a un certo livello con una contribuzione più lieve i cambio di un leggero aumento dell’età pensionabile, il tutto su base volontaria?


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