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Dopo 10 anni Landini si accorge che esiste il Jobs Act

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Non c’è voluto molto, solo 10 anni, che, nei tempi sindacali, deve durare come un battito di ciglia. Landini decide di scendere in campo contro il “Jobs act”, la legge del 2014 di riforma del mercato del lavoro voluta dal governo Renzi, all’epoca segretario del PD, e fortemente contestata perché, fra l’altro, conteneva il depotenziamento dell’Art 18 e quindi prevedeva il diritto al risarcimento al posto del diritto alla riassunzione.

Il leader sindacale vuole un referendum contro la legge, accompagnato da uno sciopero generale contro l’aumento della precarietà del lavoro, che sarebbe aumentata negli ultimi 18 anni. Sulla possibilità di creare nuovi posti di lavoro silenzio assoluto…

Ora Landini, che all’epoca era segretario del sindacato dei metalmeccanici della FIOM, deve non essersi accorto della cosa, magari distratto da altro, ma, alla buonora, dopo 10 anni, si rende conto che cancellare il diritto di riassunzione, magari, andava contro gli interessi del sindacato.

Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, ma nel decennio perduto di cose ne sono cambiate in peggio, e non poche. Ora il nemico del lavoratore italiano, più che il Jobs Act, è la progressiva deindustrializzazione dell’Italia, cosa che, combinata con l’automazione e la progressiva introduzione dell’intelligenza artificiale, rischia di rendere la figura dell’operaio attuale come quella del cocchiere o del maniscalco, oltre a minacciare numerosissime figure impiegatizie intermedie.

Quindi non essendo in grado di compiere una battaglia d’avanguardia, meglio farne una di retroguradia contro una misura approvata e fortemente voluta dallo stesso partito che è il contraltare politico della CGIL, il PD. Una bella mossa geniale e siamo proprio curiosi di vedere cosa diranno gli ultimi sopravvissuti del periodo renziano.

Ora Landini vuole raccogliere lee firme per un referendum contro il Jobs Act, arma spuntata perché non raggiungerebbe il quorum. La sfiducia nello strumento referendario, da sempre tradito dalla camera e che non può intervenire sui veri temi dei trattati internazionali e del fisco, è ai massimi e Landini riuscirebbe solo a seppellirlo definitivamente. Se mai dovrebbe battersi per una riforma che gli dia senso, ampliandone la portata e togliendo il quorum, ma questo disturberebbe i manovratori europei, per cui nisba.

Il sempre ottimo @durezzadelviver ha ricordato che, all’epoca, la lotta sindacale contro la misura si limitò a 4 ore di sciopero un venerdì. Sembra proprio di essere il Francia, dove la CGT ha compiuto sei mesi di lotta durissima contro la riforma delle pensioni, con scioperi improvvisi, grandi raduni e una comunicazione che non avrà fermato la riforma, per ora, ma ha creato un clima politico ostile al governo Macron. il 2014 vide il PD renziano raggiungere il 40% dei voti….

Il commento migliore lo fa Tommaso Cerno

 

L’osservazione di Cerno è perfetta: che ha fatto Landini negli ultimi 18 anni? A questa domanda ne accompagnamo un’altra: quanti italiani saranno ancora disponibili a credergli?

 


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