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Da antirusso a filorusso: che sta succedendo a Macron?

Macron è passato da un massimalista antirusso a colui che, unico fra i grandi paesi occidentali, manda l’amasciatore alla cerimonia di conferma presidenziale di Putin. Poche idee, e confuse

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Oggi è arrivata la fiamma olimpica a Marsiglia, alla presenza di Macron. La pattuglia crobatica francese ha effettuato la propria spettacolare esibilizione iniziando però, pare, con un mix di colori sbagliato, che ha reso la città del Sud della Francia un po’ più russa:

 

Un momento filorusso, un lapsus freudiano per la Francia che, negli ultimi giorni, ha mostrato la sua faccia filorussa, con un’inversione di rotta di 180 gradi rispetto ad una settimana fa.

Sei giorni fa Macron affermava di essere pronto a mandare truppe in Ucraina, in caso di sfondamento del fronte, Due giiorni dopo si è rimangiato tutto affermando che la Francia non è un nemico per la Russia, questo, casualmente, appena dopo la visita di Xi Jinping.

Ora siamo ad un nuovo capitolo delle relazioni franco russe, con Parigi che è l’unico paese occidentale ad aver mandato il proprio ambasciatore alla cerimonia di entrata in carica di Putin per il suo terzo mandato presidenziale.

Gli Stati Uniti e la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea hanno boicottato la cerimonia del Cremlino per il giuramento di Vladimir Putin per un nuovo mandato di sei anni come presidente martedì, ma la Francia e pochi altri stati europei hanno agito diversamente.

La diversa risposta diplomatica delle potenze occidentali ha sottolineato le differenze sulla gestione dei rapporti con il leader russo a più di due anni dal lancio di un’invasione su larga scala dell’Ucraina e, soprattutto, ha segnato una confusione totale della politica estera francese. Insieme alla Francia hanno partecipato Malta, la Grecia, Cipro e l’Ungheria.

Non esiste politica estera europea, forse non esiste neanche una politica estera francese.

La situazione sarebbe da farsa, se non fosse da dramma. Non esiste una politica europea unitaria verso la Russia e Parigi si è ben guardata dal consultare i cosiddetti alleati prima del gesto. L’Italia dovrebbe, invece che azzerbinarsi, prenderne atto e iniziare ad agire in modo autonomo. Non eisste neanche una vera politica uniforme occidentale sulla materia, come mostra la posizione opposta di Francia, USA e Regno Unito.

Per la verità la Francia non sembra avere neanche una politica estera che vada oltre i cambiamenti d’umore del Presidente. Non si può alternare, a due giorni di distanza, minacce di guerra, dichiarazioni di pace e quindi atti addirittura di riconoscimento e appoggio. Un atteggiamento schizofrenico.

Macron sarà sicuramente  preoccupato sulla riuscita dei prossimi giochi olimpici, su cui ha investito moltisssimo, anche finanziariamente, e il suo riposizionamento può essere letto proprio in quella direzione: appare semplice notare che questa è avvenuta dopo l’incontro con Xi Jinping e non sappiamo quali messaggi gli abbia portato il leader cinese. Però se non si fosse squilibrato come un piccolo  Napoleone pronto a marciare su Mosca prima, non sarebbe stato necessario fare una retromarcia dopo.

 


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