Crolla la domanda del credito nell’Eurozona. Stiamo tornando agli anni della crisi del debito

La politica restrittuva dalla BCE sta vincendo, e a Francoforte staranno stappando le bottiglie di champagne, o di riesling tedesco: a furia di aumentare i tassi di interesse le famiglie europee non chiedono più prestiti. Ovviamente le aziende non festeggeranno così tanto.

I prestiti bancari alle famiglie nell’Eurozona sono aumentati dell’1,3% su base annua raggiungendo i 6.860 miliardi di euro nel luglio 2023, il tasso di crescita più basso da novembre 2015, poiché la decelerazione della domanda di credito persiste a causa dell’inasprimento senza precedenti della politica monetaria imposta dalla Banca centrale europea. Banca negli ultimi mesi. Inoltre, i prestiti alle imprese sono cresciuti del 2,2%, il minimo da settembre 2021. La crescita complessiva del credito al settore privato, che comprende sia le famiglie che le società non finanziarie, è scesa all’1,6% a luglio, il ritmo più debole da giugno 2016. e ci stiamo avviando verso i minimi del 2014,

Notate come la caduta nella domanda del credito sia stata improvvisa, quasi verticale, parallela, ma opposta, all’aandamento dei tassi di interesse della BCE

Come abbiamo detto a Francoforte festeggeranno: minore richiesta di credito dalle famiglie significa minori consumi e investimenti, quindi minore doanda di beni e servizi a cui seguirà quindi un calo dei prezzi degli stessi, per eccesso di offerta e quindi un calo dell’inflazione.

Evviva, tutti contenti? No, perché le aziende di beni e servizi che stanno assistendo a minori vendite a questo punto inzieranno ad avere minori utili  se non perdite. Quindi inizieranno a tagliare la produzione, se non chiudere direttamente, licenzieranno il personale, faranno aumentare la disoccupazione. Un ciclo di espansione recessione doloroso, legato alle politiche monetarie che si sono ormai sostituite alle inesistenti politiche fiscali.

Questo è il mondo moderno. Che ne pensate ?