Seguici su

Attualità

Credit Suisse: ieri c’è stata l’ultima tragica, ridicola, assemblea della banca ormai finita

Pubblicato

il

Ieri si è tenuto il tragico, ridicolo, spettacolo assembleare per Credit Suisse, la banca che ha cessato di esistere dopo 167 anni di storia e che, dopo la crisi finale, è stata assorbita da UBS con un concambio di 0,5 CHF per ogni azione di CS, il tutto pagato in azioni di UBS.

Però l’ultima assemblea non ha parlato di questo, perchè il “Salvataggio” di CS è stato deciso dalle autorità svizzere escludendo dal processo decisionale sia gli azionisti di Credit Suisse sia quelli di UBS, i quali si sono trovati ad assorbire l’altro istituto senza poter dire nulla. L’ultima assemblea di CS è stata invece l’occasione per gli azioni per gridare la propria rabbia verso amministratori che si sono rivelati inadeguati e hanno guidato la banca al fallimento e, dall’altro lato, per gli amministratori per tentare, almeno, di chiedere scusa per il loro operato.

Personalmente ho assistito alle ultime assemblee di BPVI e Veneto Banca, e quanto raccontato dai media internazionali mi ha ricordato molto quello a cui ho assistito in quelle occasioni, ma con delle differenze: prima di tutto non ho mai visto gli AD delle banche popolari venete chiedere umilmente scusa, come è accaduto invece al management di CS, In secondo luogo almeno i soci della banca svizzera hanno avuto la possibilità e il coraggio di punire economicamente l’inetto CDA della loro banca: in un’ultima ribellione, il 48,4% degli azionisti ha respinto la proposta di pagare collettivamente i dirigenti fino a 34 milioni di franchi svizzeri (circa 36 milioni di euro) nel corso del prossimo anno, anche per la loro attività durante la fusione, contro un 48,2% che ha votato per mantenere la remunerazione. Quindi il CdA si troverà a dover lavorare in questa fase in teoria gratuitamente. Purtroppo ai vecchi azionisti delle banche venete è stata negata perfino questa possibilità, dopo il subentro del fondo Atlante.

Ovviamente i soci, alcuni dei quali disperati per aver perso buona parte del proprio patrimonio famigliare e della serenita della famiglia, hanno minacciato querele e chiesto indagini penali nei confronti degli amministratori attuali e passati. Probabilmente i loro desideri si avvereranno, almento in parte, perché le autorità hanno interesse che la situazione da un lato si normalizzi, ma che comunque vengano identificate le responsabilità personali nel crack, se non altro per restaurare  una minima fiducia nel settore creditizio svizzero. Comunque solo il tempo ci dirà se effettivamente le autorità giudiziarie avranno il coraggio di andare a fondo nella comprensione di questo crack.

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento