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Controcorrente: Taiwan acquista gas naturale per sostituire l’energia nucleare

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Taiwan sta acquistando più carichi di gas naturale liquefatto (GNL) da consegnare nel corso del prossimo anno, in seguito alla chiusura di un reattore nucleare e all’intenzione di eliminare gradualmente la produzione di energia nucleare entro il 2025.

La CPC Corp di Taiwan ha acquistato questa settimana, tramite una gara d’appalto, almeno 10 carichi di GNL da consegnare tra maggio di quest’anno e marzo dell’anno prossimo, come hanno riferito venerdì a Bloomberg i commercianti che hanno familiarità con le transazioni.
Secondo gli operatori, gli acquisti di GNL fanno parte della strategia di Taiwan di procurarsi più gas per compensare il calo della produzione di energia nucleare.

Questa settimana, l’unità 2 della centrale nucleare Kuosheng di Taiwan è stata messa fuori servizio e sarà smantellata dopo la scadenza della sua licenza operativa di 40 anni. A Taiwan sono rimasti due reattori nucleari in funzione presso la centrale nucleare di Maanshan. La chiusura di questi reattori è prevista per il 2024 e il 2025.

Il Partito Democratico Progressista di Taiwan, eletto nel 2016 e rieletto nel 2020, ha una politica di eliminazione graduale della produzione nucleare entro il 2025.

Mentre Taiwan procede con l’abbandono dell’energia nucleare, altri Paesi stanno ripensando la loro strategia di generazione nucleare dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha fatto impennare i prezzi di petrolio, gas naturale e carbone e ha scatenato preoccupazioni per la sicurezza energetica.

Anche il Giappone sta riportando l’energia nucleare come fonte energetica chiave. Il Giappone, che aveva giurato di ridurre l’energia nucleare come fonte di elettricità dopo il disastro di Fukushima, sta ora considerando di utilizzare l’energia nucleare più a lungo.
Alla fine dello scorso anno, il governo giapponese ha confermato una nuova politica in materia di energia nucleare, che il Paese aveva in gran parte abbandonato dopo il disastro di Fukushima del 2011.

Alla fine dell’anno scorso, un gruppo di esperti del Ministero dell’Industria giapponese ha deciso che il Giappone avrebbe permesso lo sviluppo di nuovi reattori nucleari e avrebbe consentito ai reattori disponibili di funzionare dopo l’attuale limite di 60 anni.


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