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CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE: CAMBIO DEGLI OBIETTIVI, ARRIVA LA CRISI

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Inizia il Congresso del Partito Comunista Cinese ed una delle occasioni in cui si parla di nuovi obiettivi economici, soprattutto  realistici che vadano incontro ad una situazione di rallentamento evidente della situazione di crescita  del paese.

Gli obiettivi di crescita per il 2019 sono stati ridotti al 6% dal 6,5% dell’anno precedente. questo è il messaggio del premier Li Keqiang, il primo ministro dell’onnipotente ministro Xi che è anche un esperto economico piuttosto conosciuto. Il target si è solo leggermente abbassato, un arrotondamento di mezzo punto, che però segnerebbe il valore più basso da tre decenni  e segna in questo un grande cambiamento che mostra il passaggio della Cina al club dei paesi avanzati con tassi di crescita limitati. Ricordiamo che il 2018 ha visto una crescita del 6,8% , dato comunque da prendere con le molle.

Ecco gli obiettivi economici enunciati nel congresso:

  • PIL target 6%-6.5%
  • Budget deficit 2.8%
  • Inflazione a circa  3.0%
  • Forti tagli nelle tasse
  • 3% di tagli alle aliquote IVA
  • “Essere pronti alla battaglia”, il che significa che l’accordo con gli USA non è dietro l’angolo
  • Stabilizzazione alla ricerca di una maggiore qualità
  • Tagli del tasso di finanziamento RRR per le piccole aziende private
  • 10 millioni in meno di poveri
  • Politica fiscale (spesa pubblica) più attiva
  • 2150 miliardi di Yuan (pari a 320 miliardi di dollari) di nuovi bond di amministrazioni locali

Politica monetaria: 

  • La crescita della massa monetaria sarà in linea con la crescita del 2018 e quella del 2019, quindi almeno fra il 6 ed il 6,8%
  • Politica monetaria prudente e bilanciata.

Altri aspetti economici e finanziari

  • Stabilizzazione della situazione finanziaria (e l’iniezione finanziaria di gennaio?)
  • Progressivo develeraging finanziario delle aziende
  • Stabilizzazione dei mercati finanziari
  • Più attivi finanziari entreranno nel basket che è parte delle politiche governative
  • Incentivi al settore auto
  • Stretta sulla spesa pubblica per concedere più spazio ai tagli fiscali
  • Disoccupazione urbana sotto il 5,5% disoccupazione registrata sotto il 4,5%
  • 11 milioni di nuovi posti di lavoro,
  • infrastrutture nuove e rete gas con la partecipazione di società in forma privata
  • Cambio dello Yuan “Flessibile” , ma con buone risorse come riserva.

Obiettivi molto ambiziosi in una ambiente che indica però un forte rallentamento e fenomeni deflazionistici in diversi settori chiave, di cui parleremo separatamente.

 

 


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