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Analisi e studi

Come funziona il MES “senza condizionalità”. Tra un anno ci faranno a pezzi (di Giuseppe PALMA)

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Domani si terrà il Consiglio europeo che deciderà, partendo dal documento dell’Eurogruppo del 9 aprile, le misure alle quali gli Stati potranno ricorrere per far fronte alla crisi sanitaria ed economica.

Ormai i giochi sono fatti:
– Sure
– Bei
– RecoveryFund
MES (senza condizionalità nei limiti del 2% del Pil)

Gli eurobond, cioè la condivisione del debito sui titoli di nuova emissione, non ci saranno. La Germania e i Paesi del Nord hanno definitivamente detto di no. I giochi potrebbero riaprirsi? Può darsi, ma personalmente credo sia improbabile.

Successivamente, saranno in ogni caso gli Stati a decidere quali di queste misure attivare. Sì spera, senza i soliti ricatti europei: letterine, spread o minacce varie.
In Italia, due partiti su quattro della maggioranza parlamentare si sono già detti d’accordo ad attivare il MES (Partito democratico e ItaliaViva).

Il MES, dunque, farà parte del pacchetto. Lo ha confermato ieri pomeriggio in Senato lo stesso Presidente del Consiglio. Sul punto, De Angelis dell’Huffington Post ? https://www.google.com/amp/s/m.huffingtonpost.it/amp/entry/lavvocato-del-mes_it_5e9f3f2bc5b6a486d0804f0c/

Detto ciò, riporto qui di seguito una mia spiegazione – già pubblicata pochi giorni fa su Scenarieconomici – di cosa significa e come funziona il “MES SENZA CONDIZIONALITÀ“, cioè il cosiddetto Mes light.

Per non farvi prendere in giro, leggete con ATTENZIONE questi dieci punti:

1) il Mes è stato introdotto nel 2012 con un trattato tra i Paesi dell’eurozona, sottoscritto per l’Italia da Mario Monti il 2 febbraio 2012. Il trattato fu ratificato dal Parlamento italiano nel luglio 2012 (favorevoli PD, PdL, Udc e Futuro e Libertà di Fini);

2) Prima di questo passaggio, le istituzioni europee modificarono nel marzo 2011 l’art. 136 del TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione europea), grazie alla cui modifica fu possibile istituire un meccanismo di stabilità sottoposto a rigide condizioni (terzo comma art. 136 TFUE);

3) quel trattato del 2012 NON è stato modificato. Pertanto, giuridicamente, è quello – e solo quello – che trova applicazione. Per modificare un trattato serve un’ampia intesa tra gli Stati firmatari, ma soprattutto occorrono anni;

4) l’accordo individuato all’Eurogruppo del 9 aprile, dove per l’Italia ha partecipato in videoconferenza il ministro Gualtieri (PD), prevede un intervento pari al 2% del PIL per ciascuno Stato che ne facesse richiesta. Per l’Italia circa 35 miliardi. L’accordo prevede che, qualora lo Stato ne facesse richiesta, il denaro potrà essere utilizzato per le sole spese mediche e sanitarie, “senza condizionalità”;

5) per capire cosa significa “senza condizionalità“, occorre sapere prima quali sono le condizionalità. Un qualsiasi Paese che facesse ricorso al Mes non è sottoposto ad alcuna condizione se il suo rapporto debito pubblico/Pil fosse non superiore al 60%. Se invece questo rapporto fosse più alto, il Paese richiedente è sottoposto alla condizione di ristrutturazione del debito pubblico: cioè tagli selvaggi alla spesa pubblica e consolidamento fiscale (alias massacro di imprese e partite Iva);

6) se l’Italia, in questa situazione, ricorresse al Mes nei limiti del 2% del PIL (i 35 miliardi), per effetto degli accordi sinora intrapresi non sarebbe in teoria sottoposto alla pesante condizionalità della ristrutturazione del debito. Da tenere conto, tuttavia, che semplici accordi politici non sono sufficienti a superare le disposizioni di un trattato;

7) IMPORTANTE: “senza condizionalità” non significa che quei soldi non vadano restituiti. Tra due anni, se non addirittura già dall’anno prossimo, bisogna iniziare a restituirli, con gli interessi;

8) la cifra di 35 miliardi di euro equivale pressappoco a circa 9 punti percentuali di IVA. Nella fase di restituzione ciascun governo dovrà ogni anno trasferire una consistente fetta del gettito fiscale al MES. Questo vuol dire che lo Stato aumenterà la pressione fiscale per coprire quella “fetta” destinata al MES. In altre parole, consolidamento fiscale e inasprimento degli strumenti di accertamento;

9) sostanzialmente, l’assenza di condizionalità – dal punto di vista giuridico – non esiste. Ciò che Conte potrà ottenere al Consiglio europeo del 23 aprile è, al massimo, la totale assenza di condizionalità come semplice “promessa politica”, ma le criticità di cui sopra restano invariate. Anche perché il trattato non è stato modificato;

10) il “MES light” o “senza condizionalità” è semplicemente un cavallo di Troika rinviato di qualche anno.

Riuscirà nuovamente il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a prendere in giro i 5Stelle e il Paese?

[Giuseppe PALMA]


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