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Analisi e studi

Cina shock: taglio a sorpresa dei tassi di riferimento a medio termine dopo gli ultimi pessimi dati economici

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Money / currency of PBOC or people's bank of china. One hundred CNY Chinese yuan bill with a flag of China. 100 rmb or renminbi, depicts Beijing economy system, public banking policy and interest rate

La Cina tenta l’ennesimo stimolo economico per riavviare l’economia sempre più stanca e in rallentamento. Il 15 agosto, la People’s Bank of China (PBoC) ha inaspettatamente ridotto di 15 punti base i tassi della linea di prestito a medio termine (MLF) a un anno, portandoli al 2,50%, nel tentativo di aiutare un’economia che deve affrontare i rischi di una crisi immobiliare sempre più grave e della debolezza dei consumatori spesa.

La decisione è arrivata dopo che i nuovi prestiti bancari cinesi sono crollati dell’89% da un mese prima a 345,9 miliardi di CNY nel luglio 2023, il minimo dalla fine del 2009. Questa è stata la seconda riduzione quest’anno dopo che la banca centrale ha abbassato il tasso di 10 punti base il 13 giugno. La mossa apre le porte a un potenziale taglio del tasso di prestito primario (LPR) la prossima settimana. Ecco il relativo grafico

Nel frattempo, la banca centrale ha lanciato un totale di 401 miliardi di CNY  (55 mld di USD) di prestiti MLF nelle istituzioni finanziarie, con 400 miliardi di CNY di prestiti MLF in scadenza questo mese, l’operazione ha portato a un’iniezione netta di 1 miliardo di CNY nelle istituzioni finanziarie. La PBoC ha inoltre iniettato 204 miliardi di CNY attraverso un’operazione di riacquisto inverso di sette giorni, riducendo al contempo i costi di finanziamento di 10 punti base all’1,8%

Dati economici mediocri

L’espansione monetaria è stata decisa anche a front edi un ulteriore rallentamento delle vendite al dettaglio. Queste sono aumentate del 2,5% su base annua nel luglio 2023, rallentando rispetto a una crescita del 3,1% nel mese precedente e mancando le stime di mercato del 4,5%.

Questo è stato il settimo mese consecutivo di aumento del commercio al dettaglio, anche se in rallentamento poiché la crescita delle vendite è rallentata per tabacco e alcol (7,2% rispetto al 9,6% di giugno); vestiti, scarpe, cappelli e tessuti (2,3% vs 6,9%); mobili (0,1% vs 1,2%); e apparecchiature di comunicazione (3,0% vs 6,6%).

Contemporaneamente, sono diminuite le vendite di cosmetici (-4,1% vs 4,8%), gioielli (-10,0% vs 7,8%), elettrodomestici (-5,5% vs 4,5%), cura della persona (-1,0% vs -2,2%), forniture per ufficio (-13,1% vs -9,9%), materiali da costruzione (-11,2% vs -6,8%), prodotti petroliferi (-0,6% vs -2,2%) e automobili (-1,5% vs -1,1%). Nei primi sette mesi dell’anno il commercio al dettaglio è cresciuto del 7,3%. Insomma un mezzo disastro

La produzione industriale va solo marginalmente meglio, con una crescita su base annua del 3,7% (3,8% da inizio anno) con un ralletamento sul mese precedente, ma anche al di sotto delle previsioni del 4,1%. 

Quindi la Cina tenta di dare più stimolo monetario, sia per il rallentamento economico, sia per la crisi nel settore finanziaio-immobiliare, di cui vi abbiamo parlato già ampiamente anche oggi. La sensazione è che però tutto questo potrebbe non essere sufficiente e che , a fianco del taglio degli interessi, sia necessario un intervento diretto del governo, soprattutto sotto forma di stabilizzazione del mercato immobiliare.

Solo un acquisto massiccio di debito dei vari colossi del settore dello sviluppo immobiliare potrà rasserenare il clima economico e restituire la necessaria fiducia.

PS: al PCC interessa l’economia reale più di qaunto interessi alla BCE…


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