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Analisi e studi

Cina: le esportazioni crescono ancora anche dopo i Dazi di Trump. Stanno aggirando i dazi?

L’export cinese cresce ancora ad aprile, ma fortemente verso l’ASEAN, mentre cala verso gli USA . L’impressione è che stiamo vivendo una fase di transizione in cui i beni ancora cercano di aggirare le frontiere e i dazi, ma non potrà dirare a lungo

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In teoria la Cina sembra non essere colpita dai dazi di Trump. Le esportazioni dalla Cina sono cresciute dell’8,1% su base annua, raggiungendo 315,7 miliardi di dollari nell’aprile 2025, superando di gran lunga le previsioni del mercato dell’1,9%.

Tuttavia, l’ultimo dato ha segnato un brusco rallentamento rispetto all’aumento del 12,4% di marzo – la crescita più rapida dallo scorso ottobre – poiché le spedizioni verso gli Stati Uniti sono state frenate dai dazi di Trump e dall’incertezza sui colloqui commerciali tra Washington e Pechino.

Tra i partner commerciali, le esportazioni sono aumentate verso Giappone (7,8%), Taiwan (15,5%), Australia (5,8%), UE (8,3%) e ASEAN (20,8%), mentre sono diminuite verso Stati Uniti (-21,0%) e Corea del Sud (-0,3%).

Nei primi quattro mesi del 2025, le esportazioni sono aumentate del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, raggiungendo 11,69 trilioni di dollari. Durante il periodo, le spedizioni sono cresciute per i prodotti agricoli (5,0%), i fertilizzanti (22,1%), i prodotti tessili (3,8%) e l’alluminio grezzo e i prodotti in alluminio (0,5%).

Sono invece diminuite le esportazioni di terre rare (-15,3%) e di abbigliamento (-1,5%). Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono calate del 2,5% fino ad aprile. 

Vediamo il grafico relativo:

Analizzando i dati del Vitenam aavevamo visto un boom di import dalla Cina e di export negli USA, e l’impressione è che buona parte del boom dell’export presso i paei ASEAN non sia altro che un modo per evitare i dazzi imposti da Trump transitando attraverso paesi che, come la Malesia, l’Indonesia o il Vietnam, sono per ora colpiti da dazi solo del 10%, in attesa di accordi commerciali o dell’imposiione di dazi superiori. Non credo che questi dati saranno ignorati dal Segretario al Commercio Bessent.

L‘Import invece è sempre in leggera riduzione rispetto all’anno precedente:

Dato che comunque dell’import fanno parte materie prime e semilavorati usati anche nell’export, e che questo import   comunque non è aumentato, anzi è diminuito, l’imporessione è che l’aumento dell’export sia costituito principalmente da scorte, non da nuove produzioni, e che aggiri semplicemente i dazi USA, per ora.

A conferma di ciò il Saldo della Bilancia Commerciale, sicuramente non eccitante, anche se positivo: 

Quindi non tutto è oro quello che luccica, anche in Cina. Penso che in questa fase si sia ancora in transizione verso il nuovo mondo di Trump e si cerchi di aggirarlo con qualche furbizia, ma non si pulò pensare che questa sfugga al governo americano, che prenderà le relative misure per evitare di essere raggirato, tranne che non emerga un accordo più ampio fra le parti nel corso dei prossimi colloqui in Svizzera.


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