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Cina: le alluvioni chiudono le miniere di carbone. Crescono i prezzi e l’import dalla Russia

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I futures sul carbone in Cina hanno chiuso a un nuovo record lunedì dopo che sessanta miniere di carbone nella principale regione produttrice del paese sono state costrette a chiudere a causa di forti piogge, inondazioni e smottamenti, peggiorando la crisi dell’approvvigionamento energetico.

I futures sul carbone della Zhengzhou Commodity Exchange locale sono balzati di quasi il 12% per chiudere all’equivalente di $ 219 per tonnellata lunedì, stabilendo un nuovo record, secondo i dati di Bloomberg.

Le forti piogge degli ultimi giorni hanno causato lo sfollamento di quasi 2 milioni di persone nella provincia cinese settentrionale dello Shanxi, che è la più grande area di produzione di carbone del Paese. Circa 60 miniere di carbone su un totale di 682 miniere della provincia sono state chiuse a causa dell’alluvione.

Le battute d’arresto dovute al clima per la produzione di carbone cinese arrivano in un momento in cui la seconda economia più grande del mondo è alle prese con una carenza di approvvigionamento di carbone e una crisi energetica, che minacciano di rallentare la crescita economica.

Proprio la scorsa settimana, le autorità cinesi hanno ordinato a 72 miniere di carbone nella Mongolia Interna di aumentare la produzione di quasi 100 milioni di tonnellate nel mezzo di una crisi energetica che ha visto la chiusura delle fabbriche e ha suscitato timori di un’interruzione dell’economia globale. La Cina ora consente alle miniere di carbone di produrre il combustibile fossile più sporco anche se hanno già raggiunto le loro quote di produzione.

Si dice anche che la Cina abbia fatto ricorso ancora una volta al carbone australiano per colmare il vuoto di approvvigionamento che si apre nella sua sicurezza energetica, naturalmente acquistato sottobanco, per non far vedere che si appoggia un paese avversario di cui ha bloccato ufficiosamente l’import un anno fa. La Russia sicuramente aumenterà il proprio export verso Pechino, che fra l’altro paga aggirando i blocchi posti dalle sanzioni occidentali.

La Cina sta lottando per l’approvvigionamento energetico prima dell’inverno, con una carenza globale di gas naturale e carbone che ha portato a prezzi record dei combustibili in Asia. Secondo quanto riferito, la Cina ha anche ordinato alle sue compagnie energetiche statali di assicurarsi l’approvvigionamento “a tutti i costi” nonostante i prezzi in aumento del gas naturale liquefatto (LNG) e del carbone. Per ora la situazione è ancora sotto controllo per il lockdown in Cina, ma appena inizierà la ripresa vedremo un’esplosione dei prezzi delle materie energetiche.


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