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Cina: alla vigilia del congresso del PCC a Pechino compaiono striscioni anti Xi-Jinping

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Mentre sta per tenersi il 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, compaiono degli striscioni contro il governo di Xi Jinping da un cavalcavia della città Una protesta ben visibile, rarissima in Cina e che ha colpito molti cittadini. 

Il testo riportato è chiaramente un attacco contro il governo del leader cinese: Uno striscione gigante appeso al ponte Sitong nel distretto di Haidian a Pechino recita: “Fermate le lezioni e scioperate per far dimettere il dittatore Xi Jinping”, “Niente Test RNA (anti covid ndt) per il cibo, niente lockdown per la libertà, niente bugie per la dignità, niente Rivoluzione culturale per la riforma, niente leader per i voti. Non essere schiavo, sii cittadino”.

Un chiaro appello alla rivolta non violenta  e al rifiuto di alcune delle politiche più controverse dell’ultimo periodo, dai controlli estesi e di massa sul covid, con l’applicazione del famoso semaforo per l’accesso alle pubbliche aree, al lockdown, alla promessa rivoluzione culturale verso una Cina più “Sociale”. il messaggio era ben visibile e ha avuto una certa diffusione, nonostante il governo sia immediatamente intervenuto per bloccarne la diffusione sui social media cinesi, ma intanto molti avevano già visto lo striscione appeso al cavalcavia.  Pare che, prima del blocco, ben 600 mila account WeChat, il sistema di messaggeria cinese, riportassero la notizia della protesta. Pare che l’autore della protesta sia stato arrestato dalla polizia.

 

Quindi qualcosa sta ribollendo perfino nella Cina del controllo sociale quasi totale dello stato sui cittadini. Abbiamo più volte scritto dell’insofferenza sociale di larghi strati della società per ua competizione sempre più forte e con sempre minori possibilità di successo, he porta a fenomeni estremi come il “Marcire dentro” cioè rifiutare, anzi boicottare, ogni partecipazione attiva alla società.

 

 


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