Seguici su

Attualità

Chi sta godendo per i prezzi altissimi del petrolio? E cosa se ne farà dei soldi?

Pubblicato

il

 

Grazie ai prezzi del petrolio alle stelle, uno stato petrolifero, l’Alaska, sta raccogliendo miliardi di dollari di introiti imprevisti. Con l’aumento del petrolio greggio negli ultimi mesi questo stato ha ricevuto miliardi di incassi extra che ora le autorità stanno cercando di decidere che farsene. Poco prima che la Russia invadesse l’Ucraina e facesse impennare i prezzi del petrolio, il Dipartimento delle entrate dell’Alaska ha iniziato a sviluppare una il calcolo di un prospetto mensile delle entrate perchè i politici possano decidere in modo adeguato cosa farne.

A metà febbraio, i prezzi del petrolio superavano di circa $ 10 al barile le stime dello stato per le entrate effettuate nell’autunno del 2021. Juneau, capitale dello stato, ha visto le sue casse riempirsi in modo inaspettato e con i prezzi attorno ai 80-90 dollari. Immaginiamo che ora non riescano neanche più a chiudere i forzieri…

L’impennata dei prezzi del petrolio è un vantaggio per lo stato dell’Alaska, che dipende molto dalle entrate petrolifere per le sue esigenze di bilancio. Il prezzo del greggio Alaska North Slope (ANS) è salito da $ 90,56 all’inizio di febbraio a $ 114,93 al barile il 24 marzo.

Una manna per le casse dell’Alaska, ma anche la causa di un dibattito nello stato su come spendere al meglio le entrate in eccedenza inaspettate, considerando l’inflazione incontrollata che intacca il reddito delle famiglie e la natura altamente imprevedibile delle entrate petrolifere.

Il governatore dell’Alaska Mike Dunleavy vuole che quanto più possibile delle enormi entrate petrolifere di questi giorni vada in fondi da spendere per i momenti di recessione, per isolare il più possibile il bilancio statale dai futuri crolli dei prezzi del petrolio. Al contrario i Dem vorrebbero spenderli per far fronte all’aumento dei prezzi o per fonti per l’istruzione.

Secondo le previsioni delle entrate per la primavera 2022 del Dipartimento delle entrate dell’Alaska, le entrate petrolifere eccezionali sono pari a 3,6 miliardi per quest’anno e si prevede che la cifra sia simile anche il prossimo anno.

“L’aumento dei prezzi del petrolio sta avvantaggiando le finanze del governo e danneggiando gli abitanti dell’Alaska”, ha affermato il governatore Dunleavy a metà marzo. Una parte dei soldi dai diritti di estrazione va al Permanent Dividend Fund che paga una sorta di dividendo permanete ad ogni singolo cittadino.

I fondi derivanti dal petrolio forniscono un flusso finanziario pari a 1114 dollari per ogni cittadino. Con questi soldi extra lo stato potrebbe distribuire ben 3200 dollari per cittadino. La cifra inizia ad essere una bella sommetta.

L’alternativa al distribuire i soldi attraverso il PFD è quella di cumularveli.  “Nella prospettiva di 10 anni, possiamo avere eccedenze mentre paghiamo il PFD”, ha affermato il governatore Dunleavy. “Possiamo anche ricostruire i nostri risparmi con queste eccedenze nell’ordine di 11 miliardi di dollari in dieci anni, sulla base di una previsione prudente di oltre 70 dollari al barile fino al 2031”.

Commentando l’inaspettato vantaggio per le finanze dell’Alaska, il governatore Dunleavy ha dichiarato al Wall Street Journal in un’intervista:

Più soldi metti nelle mani delle persone,  meglio questi li spenderanno rispetto allo Stato“. Perchè l’idea è proprio questa: invece di investimenti inutili, magari stupidi, tipo il PNRR, meglio darli ai cittadini che li spenderanno comunque meglio di quanto lo possa fare lo stato. perché non hanno i piddini che vogliono sprecarli loro, in Alaska. Pensate se anche in Italia sfruttassimo le risorse in modo adeguato, invece che non estrarle.

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito