Attualità
Bosch Taglia 1.500 costi in Germania: crisi nel settore auto e pressione cinese
Bosch annuncia altri 1.500 tagli in Germania, colpendo Reutlingen e Bosch Engineering. La riconversione verso i semiconduttori e la concorrenza cinese stanno ridefinendo il futuro dell’auto europea.

Il colosso tedesco dei componenti auto Bosch ha annunciato un ulteriore e drammatico taglio di fino a 1.500 posti di lavoro in Germania. La decisione, che si aggiunge ai circa 13.000 esuberi già comunicati dal 2023 in diverse aree del gruppo, è una chiara reazione alle crescenti pressioni del mercato, alla forte concorrenza, in particolare dalla Cina, e alla necessità di riorganizzare le proprie attività produttive per affrontare la rapida evoluzione del settore automobilistico.
Reutlingen: 1.100 esuberi per riconversione produttiva
Il cuore di questa ondata di tagli batte a Reutlingen, dove Bosch prevede di ridurre fino a 1.100 posizioni entro la fine del 2029. La motivazione è chiara e risuona come un campanello d’allarme per l’industria: la produzione di unità di controllo (centraline) per veicoli non è più competitiva.
“Dobbiamo adattare rapidamente la nostra impostazione ai rapidi cambiamenti del mercato e aumentare la competitività per rafforzare la sede in modo sostenibile,” ha dichiarato Dirk Kress, membro del consiglio di amministrazione del settore. Il mercato, un tempo dominato, è ora ferocemente conteso da nuovi attori, con una pressione sui prezzi sempre più intesa.
Il dramma si consuma mentre Bosch tenta di reinventare il sito di Reutlingen. In futuro, l’attenzione si sposterà sulla produzione di semiconduttori, un settore in forte crescita. A tal fine, entro la fine del 2025, l’azienda amplierà di oltre 5.000 metri quadrati l’area delle camere bianche per la produzione di chip in carburo di silicio, essenziali per aumentare l’autonomia e l’efficienza di ricarica dei veicoli elettrici. Questo investimento, però, non salva i lavoratori della produzione di centraline e dell’amministrazione, che si trovano ora di fronte a un futuro incerto.
Bosch Engineering: 460 tagli per sovraccapacità e concorrenza
Non solo Reutlingen. Anche la controllata Bosch Engineering, specializzata in servizi di ingegneria per l’industria automobilistica, affronterà una riduzione di fino a 460 posti di lavoro a livello globale entro la fine del 2027. La maggior parte di questi tagli, circa 380, colpiranno le sedi di Abstatt e Holzkirchen.
Secondo i portavoce dell’azienda, la causa è da ricercarsi in sovraccapacità e in un crescente pressione sui costi aziendali “Il mercato dei servizi di ingegneria non si sta sviluppando come l’azienda si aspettava,” ha ammesso Johannes-Jörg Rüger, amministratore delegato di Bosch Engineering. Anche qui, la mano pesante della concorrenza cinese si fa sentire con forza, erodendo quote di mercato e comprimendo i margini.
L’ascesa cinese e il futuro dell’Auto
Questi tagli non sono eventi isolati, ma il sintomo di una profonda trasformazione nell’industria automobilistica. Le aziende cinesi stanno non solo irrompendo nel mercato dei veicoli finiti, ma stanno anche aggressivamente colonizzando il settore dei componenti e dei servizi di ingegneria.
Inoltre, il passaggio a architetture elettroniche più centralizzate nelle auto del futuro, con l’adozione di computer di bordo centrali, rende obsolete le attuali centraline, finora installate in gran numero in ogni veicolo. Questo trend, se da un lato apre nuove opportunità nel campo dei semiconduttori, dall’altro crea un surplus di manodopera nelle produzioni tradizionali.
Un futuro incerto, ma con molto buonismo aziendale
La situazione è tesa. “La necessaria riduzione dei posti di lavoro non è facile per noi, ma è urgentemente necessaria per garantire il futuro della società” ha concluso Kress. Bosch ha assicurato di aver informato i rappresentanti dei lavoratori e la forza lavoro a Reutlingen, impegnandosi a trovare soluzioni per rendere i licenziamenti più socialmente accettabili, ma sempre licenziamenti sono.
Le evoluzioni causate dalle normative comunitarie, con l’entrata dei competitori cinesi sul mercato, sta mettendo in crisi il settore auto europeo, eppure i governi nazionali non riescono a proteggere un settore nazionale essenziale per l’occupazione e la crescita tecnologica ed economica. Solo quando non ci sarà più nulla da fare si renderanno conto di quanta ricchezza sia stata distrutta.
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