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Borse: USA al massimo, Cina al minimo, ma tutto questo quanto rispecchia la realtà?

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Inziamo la nuova settimana con una dicotomia notevole: USA e Cina hanno raggiunto il primo un massimo nei valori borsistici, il secondo un minimo.

Negli USA l’indice S&P 500 ha chiuso ai massimi storici di 4.839 punti, guadagnando l’1,2%, il Dow Jones è salito di 395 punti e il Nasdaq è avanzato dell’1,7%.

Il settore tecnologico ha guidato i guadagni della sessione grazie all’estensione del rally dei produttori di chip, alimentato dalle previsioni migliori del previsto di Taiwan Semiconductor del giorno precedente e dall’ottimismo nei confronti dell’intelligenza artificiale. Nvidia ha raggiunto un nuovo massimo storico di 594,91 dollari con un aumento del 4,2%, Advanced Micro Devices è salita del 7,1% e Texas Instruments è salita del 4%. Sul fronte degli utili, Travelers Company ha registrato un balzo del 6,7% dopo che l’utile del quarto trimestre è più che raddoppiato, mentre Fifth Third Bancorp ha guadagnato il 2,9% dopo aver battuto le stime sia per quanto riguarda i ricavi che gli utili.

Inoltre, il sentimento dei consumatori del Michigan ha raggiunto inaspettatamente i massimi del 2021 e le aspettative di inflazione per l’anno prossimo sono scese ai minimi degli ultimi tre anni. Nello stesso tempo, nonostante tutto, non sono ancora scomparsi gli effetti per le attese di un ribasso dei tassi, nonostante la Fed Per la settimana, lo S&P 500 è salito dell’1,1%, il Nasdaq ha fatto un balzo del 2% e il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,5%. Ecco il rafico relativo:

 

Una situazione diversa invece colpisce la Cina: lo Shanghai Composite è sceso dello 0,47% chiudendo a 2.832 mentre lo Shenzhen Component ha perso lo 0,68% a 8.787 venerdì, con i titoli della Cina continentale che non sono riusciti a consolidare i guadagni della sessione precedente mentre gli investitori attendevano segnali di nuove misure di stimolo da parte di Pechino.

All’inizio della settimana, i dati hanno mostrato che l’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel quarto trimestre, mancando le previsioni di un’espansione del 5,3%. I mercati scommettono che il contesto deflazionistico del paese e la ripresa economica traballante costringeranno le autorità a implementare ulteriori misure di sostegno politico quest’anno, e quindi, in teoria, l’indice dovrebbe crescere, ma non lo fa.

Siamo ai minimi per lo meno nell’anno, ma anche sui un orizzonte più lungo:

La Cina cresce al 5%, ma la sua bora precipita, eppure le aspettative sono per un ribasso dei tassi. Gli USA hanno tassi elevati, ma ancora hanno fiducia nella crescita economica e i titoli sono ai massimi. Ci sono delle incongruenze, ma la realtà, prima o poi, verrà a riportare la realtà dei fatti.  li USA non riusciranno a mantenere la prospettiva positiva attuale? La Cina ha dei problemi che non appaiono in superficie? Qualsiasi sia la prospettiva, qualsiasi siano i fatti, prima o poi verranno riportati alla realtà.

 

 


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