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Berlusconi dice che vuole uscire dall’euro, ossia che le pensioni oltre 2’500 euro/mese vanno mantenute. E’ impossibile. A meno di uscire dalla moneta unica…. Appunto!

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Ci rivedremo a Canossa….! Tempo poco ci arriveremo, non preoccupatevi, come fu per il tedeschissimo Enrico IV (anzi, di Franconia, termine quanto mai adatto ai tempi recenti). Prima di tutto un appunto: il M5S ha detto che le pensioni statali oltre a 5’000 euro mensili nette vanno tagliate, NON 2’500 euro/mese nette come indicato da Silvio Berlusconi. Chiaro, un errore non voluto quello del Cavaliere (…). Non come le provocazioni Matteo Renzi che ha cercato ad arte di mettere in bocca a Di Maio parole non dette, ossia implicando limiti pensionistici mensili da tagliare ben più bassi di quelli indicati dai grillini. Ricordo l’enorme stima che ha il sottoscritto per il Cavalier Berlusconi. Lo sapete, è stato l’unico che nel 2011 cercò di difendere il Paese, il suo bravo ministro Tremonti disse che conosceva altri modi per suicidarsi piuttosto che far arrivare l’inutile troika in Italia invece fortemente voluta da Francia e Germania (…) per annichilire il Belpaese, con il nulla osta USA. Sono tenuto a rendergliene merito.

Però… c’è sempre un però. Questa volta non sono d’accordo con il Cavaliere, di cui confermo avere grandissima stima e rispetto. Spero che comprenda. Semplicemente perchè non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca: stando nell’euro i conti “contano” e dunque bisogna scegliere, o si tagliano le pensioni o si far arrivare la troika per davvero ed a buon titolo (non come nel 2011, oggi il debito su PIL reale è prossimo al 155%!!!). Ossia si decide che si vuole diventare come la Grecia.

Spiace che tagliando le pensioni statali i primi a subirne le conseguenze saranno i giudici, evidentemente anche il Cavaliere l’ha capito e dunque brandisce la spada, del più forte. Resta il fatto che i conti stando nell’euro NON tornano:

– o [i] si tagliano le pensioni statali altissime spesso non dovute e/o non contributive (ossia andando ad incidere su una casta in particolare, quella che percepisce le pensioni di gran lunga maggiori, leggasi i magistrati, assai compromessa col recente passato “tangentopolizio”)

– o [ii] si fa una patrimoniale

– o [iii] si fa arrivare la troika.

Nessun altra alternativa.

Ovvero, cambiando il paradigma, l’alternativa è uscire dall’euro mandando a quel paese chi ci vuole morti, poveri e sottomessi come la Grecia (Parigi e Berlino).

Chiaramente chi scrive tifa per l’ultima soluzione, Italexit, da anni ormai. Questione di sopravvivenza.

Se il Cavaliere intende davvero implicare una vera uscita dall’euro, ha ed avrà il nostro supporto ed applauso, soprattutto oggi che Francia e Germania si stanno mettendo contro al dominus globale riconosciuto (almeno in Italia), gli USA. Ossia va detto chiaramente che gli italiani preferiscono ancora gli americani, spero che i politici se ne facciano una ragione. Certamente francesi e tedeschi sono visti come i soliti approfittatori, Timeo Germanos et dona ferentes, adattando il famoso detto greco alle contingenze attuali.

Or dunque, Cavaliere, ci sta forse dicendo che come Italia vogliamo tenere le pensioni invariate ma vogliamo uscire dall’euro? Bene, noi ci stiamo.

Resta il fatto che i magistrati dovranno comunque essere riportati nell’alveo del rispetto Costituzionale, non devono poter far politica nè direttamente nè indirettamente. Gli stessi problemi oggigiorno li stanno sperimentando anche oltreoceano, che questa magari sia la volta buona per introdurre la responsabilità civile dei giudici in caso di dolo o colpa grave. Oltre, opinione di chi scrive, a regolare le carriere dei magistrati per concorso base titoli, eventuali penalizzazioni ed esami, oltre a possibilmente introdurre la separazione delle carriere.

Se i giudici vogliono mantenere le loro pensioni intonse devono scendere a compromessi. Compromessi che sono altresì nell’interesse del Paese.

Il perimetro è chiaro.

Anni interessanti ci aspettano.

MD


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