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BELLISSIMI BAMBINI

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Prima dell’ormai celebre Discorso alla Nazione con il quale annunciava l’intervento militare in Siria per punire

Assad, Trump ha provato e riprovato in camerino la sua parte. Lui ripeteva i concetti e un addetto della Casa Bianca

faceva la parte dell’avvocato del diavolo immaginando le obiezioni in sala stampa di un interlocutore serio, onesto e

preparato alle strepitose supercazzole presidenziali. Ecco la registrazione fedele del dialogo mai avvenuto.

Presidente: “Martedì scorso il dittatore siriano Bashar al-Assad ha lanciato un orribile attacco  con armi chimiche

contro civili innocenti”. Addetto: “Mister President, è dal Novantuno che l’America lancia orribili attacchi in

Medioriente”. Trump lo ignora e prosegue: “Utilizzando un agente nervino letale, Assad ha soffocato la vita di

uomini, donne e bambini inermi. È  stata una morte lenta e brutale per tanti”. Addetto: “Mister President, anche noi

abbiamo usato agenti letali, non nervini, ma molto, molto letali, tipo missili, bombe, proiettili e abbiamo soppresso,

secondo una conta per difetto, un milione di poveracci”. Trump non se lo fila di striscio e continua: “Anche bellissimi

bambini sono stati crudelmente assassinati in questo attacco barbaro. Nessun bambino dovrebbe mai subire tale

orrore”. L’addetto lo interrompe: “Obiezione Mister President,  nel 1996, Madeleine Albright, ex Segretario di Stato,

alla domanda della giornalista Lesley Stahl sulla  morte di 500.000 bambini iracheni per colpa delle sanzioni a

Saddam, ha risposto che ne valeva la pena. Magari non erano bellissimi, ma erano bambini davvero!”. Trump non lo

caga e torna, bello tronfio, alla sua declamazione: “Non ci può essere alcun dubbio che la Siria abbia usato armi

chimiche vietate, violando i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche”. L’addetto continua nel suo

porco lavoro: “MI perdoni, Mister President, noi sperimentammo, durante la guerra in Vietnam, il BZ chinochidlinile

benzilato. E poi lo sanno anche i sassi che i nostri arsenali sono strapieni di armi chimiche”. Trump non replica una

cippa e procede, imperterrito: “Anni di tentativi per cambiare il comportamento di Assad sono falliti, e falliti molto

drammaticamente. Come conseguenza, la crisi dei rifugiati imperversa e la regione continua a destabilizzare,

minacciando gli Stati Uniti e i suoi alleati. Questa sera invito tutte le nazioni civili a unirsi a noi nel tentativo di porre

fine al massacro e allo spargimento di sangue in Siria, e anche a porre fine al terrorismo di tutti i tipi”. L’Addetto gli

obietta: “Mr, President, la crisi dei rifugiati? L’instabilità della regione? Ma la Siria l’abbiamo attaccata noi e l’Irak

pure con la balla delle armi di distruzione di massa!”. Trump, a questo punto, sorride, si rilassa, stappa una Pepsi, si

da una sistemata al ciuffo zafferano e chiede all’addetto: “Come sono andato, Addetto?”. E l’Addetto: “Non ha

risposto alla mie obiezioni, Mister President!”. E Trump, facendo lo gnorri: “Ch’haddetto, Addetto?”. E l’Addetto

urla, esasperato: “Non ha risposto alla mie obiezioni, Mister President!”. E Trump, ammiccando: “Relax, guy, relax.

Non mi avevi spiegato che avresti fatto la parte dell’interlocutore serio, onesto e preparato?”. “Sì, Mister President.”

“E allora a chi diavolo dovrò mai rispondere?”

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

 

 

 


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