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Basta Merkel! Analisi della situazione politica tedesca di Martin Rothweiler esponente AfD

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Basta Merkel! Analisi della situazione politica tedesca di Martin Rothweiler esponente AfD

Dopo le elezioni ognuno dei cosiddetti demoscopi ed esperti di politica racconta la sua versione del mondo. Ognuno si crea il suo narrativo come gli piace o gli conviene. E’ la prima volta in settanta anni che si vede in Germania una costellazione politica del genere subito dopo le elezioni e quinti non è più cosi facile riciclare i narrativi degli anni passati.

Pero una cosa è certa: quasi nessuno sopporta più Angela Merkel.
Il CDU ha perso più dell’8% alle ultime elezioni di settembre. Anche Ralf Stegner, vice del SPD, ha affermato che la sinistra affianco al centro-destra, cioè dentro una “grande coalizione”, perde credibilità, come l’ha perso anche il PD italiano.

Martin Schulz (SPD) ha dovuto ammettere che l’elettore tedesco ha bocciato la “grande coalizione” degli anni passati, consegnando un -13% meno di voti di CDU e SPD insieme. Di conseguenza si vede impossibilitato di entrare in negoziazione per una nuova grande coalizione. Analisi giusta, ma per essere credibile, dovrebbe rendersi responsabile di questo schiaffo storico e consegnare subito le sue dimissioni. Ma Martin Schulz non molla la poltrona del SPD.

Considerando che tra poco ci saranno elezioni regionali nella Bavaria, il CSU non può più permettersi di ripetere gli stessi errori degli ultimi anni, dove Horst Seehofer, con voce da leone, ha dichiarato un limite all’immigrazione come “conditio sine qua non”, per poi, solo pochi giorni dopo, inginocchiarsi davanti alla Merkel.

Insomma, faceva il fanfarone in campagna elettorale con retorica “alla Salvini” poi ci scherzava sopra con delle metafore strane come siete abituati da Bersani e alla fine faceva come Scajola e non sapeva più nulla. Quinti, per evitare uno schiaffone all’elezione regionale, Seehofer è stato costretto a non cedere la posizione conservatrice del CSU bavarese. Ma questa posizione era incompatibile con quella dei Bündnis90/Grüne (verdi), che vedono nell’immigrazione il nuovo miracolo economico e pensionistico della Germania precaria.

Chi sale per il momento come vincitore è chiaramente il FDP. Per molti anni ha avuto l’immagine di prostituta politica, offrendosi a qualsiasi corrente politica, senza guardare al programma o ideali. Anche adesso erano accusati di voler aggrapparsi alle poltrone, ma hanno dimostrato di poter pianificare a lungo e di investire nel loro futuro politico facendo un passo indietro oggi per guadagnarci forza contrattuale domani.

Il FDP, in prima fila il conte Alex Graf Lambsdorff e Christian Lindner, essendo ultra-europeisti, con nulla a che fare con i vecchi principi di un partito liberale. Ma sono al momento abbastanza bravi a spacciarsi come vera opposizione “pulita”, mentre l’AfD viene ancora discreditato come ultradestra “sporcacciona”. La decisione del FDP, di non proseguire le trattative era anche spinta dalla paura di lasciare il ruolo di opposizione al AfD.

Altro vincitore chiaramente è l’AfD, che ha dimostrato che un cambiamento è possibile solo con l’entrata di un nuovo opponente politico, che spinge gli altri partiti a trattare temi scomodi ed a superare la pigrizia del potere consolidato. Senza AfD, Horst Seehofer avrebbe potuto facilmente mollare la sua linea dura (finta), Angela Merkel sarebbe ancora senza opposizione ed il FDP avrebbe potuto entrare tranquillamente entrare nel governo, perché il SPD non è mai stata una opposizione che si deve temere.

Come si va avanti?

L’ articolo 63 della costituzione tedesca (Grundgesetz) per questa situazione offre diverse possibilità, incluse nuove elezioni. Ma il Presidente Steinmeier (SPD) già richiama al “senso di responsabilità” (modulo retorico prefabbricato, ampiamente conosciuto anche all’elettore italiano) e chiede “di non rispingere la delega data dall’elettore”, “i nostri partner europei non comprenderebbero…(sic)”.

Personalmente mi manca la fantasia per vedere ancora una soluzione. Troppo distanti le posizioni (per chi ne abbia). Resta l’ipotesi del governo di minoranza. Ma con l´argomento della “governabilità” e “stabilità”, questo modello non ha proprio futuro.

In caso di nuove elezioni, l´AfD ha già trovato il suo migliore alleato per la campagna elettorale: Angela Merkel ha annunciato di volersi ricandidare come cancelliera in caso di nuove elezioni. Sembra anche lei abbia voglia di “Endsieg”. Altro effetto collatterale gradito: Frauke Petry, che ha tradito i suoi elettori, lasciando un giorno dopo le elezioni l´AfD, perderebbe il suo mandato.

Un’altra cosa è certa: non importa come sia il risultato. Senza AfD nel governo, il programma politico sarà sempre più Europa, più centralismo e meno nazione. Statene tranquilli.


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