Esteri
Bangladesh: dopo settimane di caos si dimette la primo ministro Sheikh Hasina e fugge in India. Giunta militare al potere
Dopo due settimane di rivolte il primo ministro lascia eviene sostituito da una giunta militare temporanea in BanglaDesh, ma i rivoltosi saccheggiano il palazzo presidenziale
Il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina si è dimesso e ha lasciato il Paese, secondo quanto riportato dai media locali. Un assistente personale di Hasina ha dichiarato ad Al Jazeera che il primo ministro è fuggito dal Paese con un elicottero dell’esercito.
“Lei e sua sorella hanno lasciato Ganabhaban (la residenza ufficiale del premier) per raggiungere un luogo più sicuro“, ha dichiarato un consigliere senior del primo ministro del Bangladesh a condizione di anonimato. Quindi sono state annunciate le sue dimissioni e la formazione di un governo temporaneo militare, che dovrà gestire prima la pacificazione quindi nuove elezioni.
Nel frattempo pare che l’ex primo ministro sia fuggito in India, lontano dai disordini. Nel frattempo i rivoltosi sono riusciti a penetrare nel palazzo presidenziale (fonte telegram)
Nel frattempo soldati armati pattugliano le strade deserte di Dhaka mentre rimane in vigore un severo coprifuoco dopo una giornata di violenti scontri tra forze di sicurezza e manifestanti che hanno causato centinaia di vittime in tutto il Paese.
La causa del caos
La protesta è partita dalla questione delle assunzioni pubbliche – decine di migliaia di posti di lavoro in un Paese di 170 milioni di abitanti – in cui una quota del 30% è ancora riservata ai discendenti dei combattenti nella guerra di liberazione dal Pakistan del 1971, oltre che alla tutela delle minoranze e dei disabili.
Una questione che rimane scottante in un Paese dove il premier era, sino a poche ore fa, ancora la figlia di Mujibur Rahman, padre fondatore e primo presidente del Bangladesh.
I giovani, in un paese estremamente povero e messo in difficoltà dall’aDopo due gioumento dei prezzi, si sono sentiti esclusi da una delle poche opportunità di lavoro. Questo ha condotto a forti proteste, ormai attive da due settimane, che sono cresciute nel tempo e hanno portato alla fuga odierna.
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