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Allarme: indice manifatturiero USA punta decisamente verso la contrazione

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Una serie di fattori hanno spinto al ribasso l’indice ISM , cioè il previsionale dell’andamento della manifattura USA. Il PMI manifatturiero dell’ISM è sceso a 46,3 nel mese di marzo 2023, il valore più basso da maggio 2020, rispetto al 47,7 di febbraio e a un consenso di 47,5, il che implica che l’aumento dei tassi di interesse e i crescenti timori di recessione stanno iniziando a pesare sulle imprese. La lettura ha evidenziato un quinto mese consecutivo di contrazione dell’attività industriale, in quanto le aziende continuano a rallentare la produzione per adeguarsi meglio alla domanda della prima metà del 2023 e prepararsi alla crescita di fine estate/inizio autunno. I nuovi ordini (44,3 contro 47), l’occupazione (46,9 contro 49,1) e gli ordini arretrati (43,9 contro 45,1) si sono ridotti più rapidamente. Inoltre, la produzione ha continuato a diminuire (47,8 vs 47,3), le scorte sono passate in territorio di contrazione (47,5 vs 50,1) e le consegne dei fornitori sono state le più basse da marzo 2009 (44,8 vs 45,2). Allo stesso tempo, la pressione sui prezzi si è ulteriormente attenuata. Ecco il relativo grafico dove si evidenza come siamo tornati a livelli simili a quelli del periodo più nero del covid-19-

La contrazione dell’attività manifatturiera non farà altro che peggiorare una situazione già non positiva. Se si sommerà ad una crisi creditizia non ancora conclusa si rischia un mix pericoloso, tale da moltiplicare un rallentamento economico già in atto.

 

 


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