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“Alcuni paesi NATO pronti a mandare soldati sul campo in Ucraina”. L’ex Segretario generale NATO annuncia il passo finale

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Una fonte autorevole, il Guardian, riporta le parole dell’ex segretario generale della NATO relativamente ad un maggiore possibile coinvolgimento dei paesi dell’alleanza, nel conflitto in corso in Ucraina. Le parole sono chiare e le riportiamo direttamente:

Un gruppo di Paesi della NATO potrebbe essere disposto a inviare truppe sul terreno in Ucraina se gli Stati membri, compresi gli USA, non forniranno garanzie di sicurezza tangibili a Kyiv durante il vertice dell’alleanza a Vilnius, ha dichiarato l’ex segretario generale della NATO Anders Rasmussen.

Rasmussen, che ha svolto il ruolo di consigliere ufficiale del presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, sul posto dell’Ucraina in una futura architettura di sicurezza europea, ha girato l’Europa e Washington per valutare il cambiamento di umore prima dell’inizio del critico vertice dell’11 luglio.

Ha inoltre avvertito che anche se un gruppo di Stati fornisse all’Ucraina garanzie di sicurezza, altri non permetterebbero che la questione della futura adesione dell’Ucraina alla NATO sia tenuta fuori dall’agenda del vertice di Vilnius

Le parole di Rasmussen non possono essere prese con leggerezza. Anche se sicuamente le sue posizioni sono fortemente filo-ucraina non fa delle dichiarazioni alla stampa che non siano sorrette da reali colloqui e notizie. Quindi quello che comprendiamo è che ci sono paesi che sono pronti a inviare truppe sul campo in Ucraina per combattere contro la Russia sul campo. Una mossa magari fatto con scopo ricattatorio, per spingere gli USA a fare ulteriori concessioni, ma ogni ricatto deve essere basato su una reale possibilità di realizzare una minaccia, altrimenti resta solo “Chiacchiere e distintivo”:

quali paesi sono disposti a mandare truppe sul cambio? QUalche sospetto ce lo abbiamo: sinora i paessi più “Caldi” nel supporto all’Ucraina, sono stati il Regno Unito, la Polonia, i Paesi Baltici, la Repubblica Ceca, il Canada, la Danimarca. Non potenze nucleari, ma comunque stati in grado di mettere in campo, complessivamente, qualche migliaio di professionisti e di mezzi adeguati per azioni sul campo. La Polonia già ha volontari sul campo, che perfino hanno preso parte alle azioni contro il territorio russo di Belgorod.

Possono alcuni paesi costringere tutta l’alleanza atlantica a fornire delle garanzie pericolose che possono coinvolgerlaa nel suo complesso in un lungo conflitto militare? Questa è la domanda che dovrebbero porsi i cittadini dei paesi meno volenterosi nell’inviare soldati a combattere nelle pianure ucraine. Questa mattina il ministro degli esteri Tajani a Canale 5 parlava della necessità di far parlare Russia e Ucraina su questioni comcrete (pericolo nucleare, accordi per il grano, scambio di prigionieri), almeno come base di partenza per delle trattative. Come può questa posizione ragionevole coniugarsi con chi vuole i battaglioni NATO sul fronte? Cosa ne pensano paesi come la Turchia e l’Ungheria, membri dell’allenza con una politica più morbida verso Mosca?

In questa guerra è tempo che tutti pensino ad una strategia d’uscita adeguata e che garantisca una pacificazione a lungo termine. Impegnarsi in una guerra d’attrito è pericoloso, anche perché qualcuno comunque dovrà pagarne i costi, anche noi.

 


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