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Economia

Il Texas dichiara guerra al Partito Comunista Cinese: Vietato acquistare terreni e risorse. “Non li lasceremo scherzare con il Texas”

Il Texas vara una legge durissima che vieta l’acquisto di terreni e risorse a entità legate al Partito Comunista Cinese e altri regimi ostili. Una mossa per la sicurezza nazionale.

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Una mossa di una durezza senza precedenti che traccia una linea invalicabile sul suolo americano. Il Texas, con una legge che entrerà in vigore il 1° settembre, vieterà a individui e società con legami diretti con il Partito Comunista Cinese (PCC) e altri regimi ostili di acquistare terreni nello stato.

Ad annunciarlo è stato direttamente il Governatore Greg Abbott, che il 23 giugno ha firmato la legge nota come Senate Bill 17. Questa legislazione impone restrizioni ferree sull’acquisto straniero di proprietà residenziali, terreni agricoli, giacimenti minerari e diritti idrici in tutto il Texas. Una decisione che mira a blindare le risorse strategiche dello Stato.

La legge non prende di mira nazioni a caso, ma quelle designate come minacce alla sicurezza nazionale dal Direttore dell’Intelligence Nazionale. Oltre alla Cina comunista, la lista nera attuale include Russia, Iran e Corea del Nord.

“Credo, dal profondo del mio cuore, che stiamo proteggendo la nostra terra e i nostri minerali,” ha dichiarato la senatrice repubblicana Lois Kolkhorst, promotrice del disegno di legge, definendolo “la più forte legge sulla sicurezza nazionale che questa nazione abbia mai visto da parte di qualsiasi stato”. Il messaggio è forte e chiaro: “Tutte queste sono le nostre risorse che non dovrebbero mai cadere nelle mani di nazioni avversarie”.

Il Governatore del Texas, Abbott

La legge è specifica e chirurgica: vieta l’acquisto di terreni ai membri del “partito politico al potere” in queste nazioni. Questo significa che un membro del Partito Comunista Cinese, per esempio, non potrà comprare neanche un metro quadro di terra in Texas. Il divieto si estende anche a chiunque agisca “come agente o per conto di un paese designato”.

Il Texas non è solo in questa battaglia. Si tratta di una tendenza nazionale in piena espansione: tra gennaio 2023 e luglio 2024, ben 22 stati americani hanno approvato leggi simili per limitare o vietare l’acquisto di terreni da parte di stranieri, come riportato da un’analisi del Congressional Research Service.

Ma perché questa urgenza proprio ora? I dati del Dipartimento dell’Agricoltura parlano chiaro. Tra le quattro nazioni nel mirino, gli investitori legati alla Cina sono quelli che possiedono più terreni agricoli e forestali negli USA, per un totale di 277.336 acri. Di questi, ben 123.708 acri (il 45%) si trovano proprio in Texas, rendendolo lo stato con la più grande proprietà cinese.

“Non possiamo, e non permetteremo, a regimi oppressivi che cercano attivamente di farci del male di prendere il controllo e dettare le loro condizioni sulla nostra economia, le nostre catene di approvvigionamento, le nostre infrastrutture critiche o le nostre scorte alimentari”, ha tuonato il deputato Cole Hefner.

I promotori della legge hanno tenuto a precisare che non si tratta di una misura contro le persone, ma contro i governi ostili. Il senatore Bryan Hughes ha evocato la minaccia della repressione transnazionale, denunciando la presenza di agenti stranieri che operano in Texas per perseguitare i dissidenti.

La sua conclusione è diventata il manifesto della legge: “Amiamo tutte le persone. Ma non sosteniamo i governi stranieri ostili che sono molto aperti riguardo ai loro piani su di noi, e non li lasceremo scherzare con il Texas“.


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