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Germania: l’inflazione alla produzione cala fortemente, merito dell’energia

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I costi alla produzione in Germania precipita nel momento in cui la domanda cade, o comunque è incerta, e i prezzi energetici calano. L’inflazione alla produzione rallentata per il sesto mese consecutivo, scendendo al minimo da 22 mesi del 7,5% a marzo 2023 dal 15,8% di febbraio, rispetto alle previsioni del 9,8%. Il costo dell’energia è aumentato del 6,8%, in netto calo rispetto al balzo del 27,6% di febbraio, con la distribuzione del gas naturale in aumento del 19,1% e i prezzi dell’elettricità fermi. Tuttavia, i risultati sono preliminari e dovranno essere rivisti perché un freno ai prezzi dell’elettricità e del gas che entrerà in vigore a marzo distorce i calcoli. Escludendo l’energia, i prezzi alla produzione sono aumentati del 7,9% a/a. Altri aumenti di prezzo sono stati registrati nei beni intermedi (4,7%), in particolare cemento (52,3%), trucioli di legno (30,7%) e beni per la casa e sanitari (27,8%); nei beni non durevoli (15,4%), come gli alimentari (19,2%); nei beni durevoli (10,0%); e nei beni strumentali (7,5%), soprattutto macchinari (9,4%) e veicoli (5,9%). Su base mensile, i prezzi alla produzione sono scesi del 2,6%, il sesto mese consecutivo di declino e il calo più forte in quattro mesi.

Ecco due grafici, uno a breve ed uno a medio termine, che permettono di far capire quello che sta succedendo:

 

L’analisi dei costi alla produzione tedeschi indica chiaramente come a decidere l’inflazione non è la BCE, non sono le politiche nazionali, ma l’andamento dei costi energetici. L’inflazione essenzialmente importata, legata a eventi politici e a errori nelle strategie nel settore dell’energia, si allevia quando i costi di gas e petrolio calano. Nonostante questo la Banca centrale pensa di proseguire con politiche restrittive che faranno più male che bene.

 


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