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134: il numero degli attacchi dinamitardi nella tranquilla Svezia nel 2023

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La Svezia è letteralmente un paese in guerra, solo che il problema non è un esercito invasore con divise e carri armati, ma un’orda ormai insstallata nel paese.

Finora quest’anno ci sono stati 134 attentati dinamitardi in Svezia, rispetto ai 90 dell’intero 2022. Allo stesso tempo, il numero di sparatorie rimane molto elevato rispetto ad altri stati europei: 289 finora quest’anno e 391 nel 2022, in un paese di 10 milioni di persone. Come se in Italia avessimo 2400 sparatorie e 1000 attentati dinamitardi all’anno. 

A combattere questa guerra a suon di bombe sono bande di criminali organizzati, composte da immigrati o da figli di immigrati,  che colpiscono le case dei membri della cosca avversa o dei loro famigliari, scatenando ondate dinamitarde che coinvolgono interi quartieri e portano alla distruzione di case, e vite, innocenti.

Quello che era iniziato come un conflitto interno tra bande di narcotrafficanti rivali si è trasformato in una spirale di attacchi di vendetta quando i membri delle bande – spesso frustrati nei loro tentativi di uccidersi a vicenda – hanno iniziato a bombardare le case delle rispettive famiglie.

Questi membri della famiglia – genitori, fratelli, cugini – vivono in tutta Stoccolma e nella regione centro-orientale della Svezia, dando agli attacchi un’atmosfera apparentemente casuale.

Ad esempio una bomba è esplosa nel  sobborgo di Hässelby Villastad, a Stoccolma, in una notte feriale della scorsa settimana, distruggendo una fila di villette di legno.

Alcune ore dopo l’attacco al condominio di Hässelby, una bomba ha fatto a pezzi la facciata di un appartamento a Linköping, una cittadina 200 km a sud.

Giorni dopo, una donna di 25 anni è stata uccisa a Uppsala, 70 km a nord della capitale svedese, da una bomba piazzata davanti alla casa sbagliata.

Ormai la media è quella di un attentato ogni due giorni. Quanto può andare avanti un paese senza reagire?

La settimana scorsa, un giovane è stato ucciso a colpi di arma da fuoco vicino a un campo di calcio nel sud di Stoccolma mentre decine di bambini si stavano allenando. Un allenatore ha fatto fuggire circa 60 bambini in un angolo lontano del campo in modo che non venissero colpiti da proiettili vaganti. Non ci sono state notizie immediate di arresti nel caso.

Un governo di destra, ma impotente

Giovedì sera il primo ministro Ulf Kristersson ha tenuto un raro “discorso alla nazione” trasmesso in diretta dalla televisione nazionale, apparentemente con l’obiettivo di dimostrare che si sta interessando del caso. Il capo del governo ha perfino ipotizzato di chiedere l’intervento dell’esercito, ma appare chiaro che non sia in grado di controllare la situazione,

I governi di destra europei, eletti spesso dietro la promessa di riportare legge e ordine, appaiono spesso vincolati da lacci e laccioli giuridici che appaiono insuperabili. Tra l’altro la Svezia deve spiegare la propria specifica incapacità di prevenire i disordini perché in nessun paese nordico l’immigrazione ha avuto un’evoluzione così destabilizzante come in questo paese.

Tra l’altro il governo deve ancora assicurare alla giustizia il leader della banda più importante della Svezia, Rawa Majid, che continua ad operare apparentemente impunemente dalla Turchia. Con la quale Stoccolma deve trattare l’accesso alla NATO.

 


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