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Zingaretti “Cotto” lascia. Dentro Bonaccini. Un altro leader da cuocere a fuoco lento

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Zingaretti lascia il PD , con parole piuttosto dure: Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni.

Lo hanno cotto per bene il buon Nicola, proprio a fuoco lento, rosolato da 20 mesi di lotta.  il pretesto dell’ultima battaglia è la vicepresidenza del partito, che ora è di Orlando, ma che in realtà non è che l’ennesimo episodio di una guerra continua. Paga anche il cambiamento di alleanze, che lo ha

Mezzo partito gli conferma la fiducia, ma se tutti lo vogliono, perché gli han fatto la guerra fino ad oggi. Intanto si scalda Bonaccini, altro presidente di regione, più politicamente forte, ora, ma chi lo sa come sarà fra sei mesi ?

Il messaggio di Zingaretti è talmente duro che sembra quasi opera di un Hacker, ma che, evidentemente, è simbolo di una lotta interno molto forte, strisciante e nascosta. I segni comunque si erano visti, come il “Mezzo comunicato” in cui si toglieva la fiducia a draghi perché, nel governo, vi era l Lega. Un segno che mezzo partito cercava lo scontro.

Questa può essere anche una mossa per costringere tutti a stringersi attorno a lui, ma non ci giureremmo. La guerra per bande andrà avanti anche dopo il congresso. Forse, l’unico che potrebbe pacificare tutto sarebbe Zio Giuseppe. Quello coi baffi…

 


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