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Economia

Unicredit ritira l’offerta per Banco BPM. Troppo caos

UniCredit ritira l’offerta per Banco BPM, ponendo fine al progetto del grande polo bancario italiano. La “golden power” del governo ha impedito l’accordo. Scopri le implicazioni per la finanza europea.

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UniCredit ha formalmente ritirato la sua offerta per Banco BPM, ponendo fine a un braccio di ferro durato otto mesi che aveva come obiettivo la creazione del più grande polo bancario italiano.

La decisione del consiglio di amministrazione di UniCredit, comunicata martedì sera e ripresa da Bloomberg, è stata motivata dal mancato soddisfacimento della condizione relativa all’autorizzazione governativa.

Le motivazioni del ritiro

Nonostante i progressi nei colloqui con le autorità, UniCredit ha dichiarato che una risoluzione definitiva dell’acquisto avrebbe superato i termini dell’offerta estesa. Andrea Orcel, CEO di UniCredit, ha sottolineato come la persistente incertezza sull’applicazione della “golden power” non fosse vantaggiosa né per UniCredit né per i suoi azionisti.

Il ritiro dell’offerta è stato definito dalla banca come “un’opportunità persa non solo per gli stakeholder di Banco BPM, ma anche per le imprese italiane”. UniCredit ha ribadito che la sua attenzione rimane focalizzata sull’esecuzione della strategia attuale, considerando le fusioni e acquisizioni (M&A) come uno strumento da utilizzare solo se in grado di accelerare tale strategia e migliorare la creazione di valore.

La “golden power” e l’ingerenza governativa

La cosiddetta “golden power” è uno strumento normativo che consente al governo italiano di bloccare o imporre condizioni sulle transazioni che coinvolgono asset strategici. Roma ha mantenuto una linea ferma, mostrando scarso interesse ad ammorbidire la sua opposizione all’offerta di UniCredit, anche dopo che un tribunale aveva annullato due condizioni e l’Unione Europea aveva ammonito l’Italia a non interferire.

Martedì, Bloomberg aveva anticipato che l’Italia stesse preparando un nuovo decreto per reintrodurre la maggior parte delle condizioni precedentemente imposte per l’accordo. Questa situazione ha evidenziato ancora una volta come le politiche nazionali e regionali continuino a rappresentare un ostacolo significativo al consolidamento bancario in Europa. Oltre all’Italia e alla Germania (dove l’approccio di UniCredit per Commerzbank è bloccato), ostacoli governativi sono emersi anche in Spagna, dove BBVA sta cercando di acquisire Banco Sabadell.

Le complicazioni legali e regolamentari

Il ritiro dell’offerta rappresenta un passo indietro per Andrea Orcel e i suoi piani di riorganizzazione della finanza europea. L’accordo con Banco BPM era un elemento chiave nella sua strategia per espandere la presenza della banca in Italia. La Consob, l’autorità di regolamentazione del mercato italiano, aveva sospeso l’offerta per Banco BPM per 30 giorni per concedere più tempo agli azionisti per decidere, in attesa della risposta di Roma alla sentenza del tribunale e alla lettera dell’UE.

La sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio aveva annullato due richieste imposte dal governo su un potenziale accordo, pur confermando l’obbligo per UniCredit di uscire dal suo business russo e di mantenere invariati gli investimenti domestici nella neo-acquisita Anima Holding SpA di Banco BPM. UniCredit aveva precedentemente dichiarato che tali richieste avrebbero potuto bloccare il suo piano di acquisizione.

La posizione dell’Unione Europea

Separatamente, l’Unione Europea ha inviato una lettera al governo di Giorgia Meloni criticando il suo coinvolgimento nell’accordo. La Commissione Europea,ha affermato in una constatazione preliminare che l’applicazione della “golden power” da parte dell’Italia “potrebbe contravvenire” alle norme europee sulle fusioni e “manca di sufficiente motivazione”. Il blocco aveva precedentemente approvato un potenziale accordo. Entrambi gli sviluppi hanno contribuito a un clima di incertezza che, secondo la Consob, non ha permesso agli azionisti di Banco BPM “di raggiungere un’opinione ben fondata sull’offerta”.

La confusione ha distrutto un’offerta nata male e proseguita peggio.

 


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