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Analisi e studi

Tulipani amari: terzo tremestre di recessione per i Paesi Bassi

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Cattive notizie dai Pesi Bassi, che vedono un risultato negativo ripetuto nella propria crescita economica, il che dovrebbe preoccupare un paese che, sinora, ha puntato sulla transizione energetica, ma ha punito alcuni settori tradizionali come l’agricoltura e lo sfruttamento delle importanti risorse di gas naturale su terra e nel Mare del Nord.

Il prodotto interno lordo dei Paesi Bassi si è contratto dello 0,2% su base trimestrale nei tre mesi fino a settembre 2023, dopo un calo dello 0,4% rivisto al rialzo nei tre mesi fino a giugno e segnando il terzo trimestre consecutivo di recessione economica.

Gli investimenti fissi sono diminuiti dell’1,8% (vs +0,3% nel secondo trimestre) a causa dei minori investimenti in mezzi di trasporto, macchinari ed edilizia, settore che era in boom negli anni scorsi.

Nel frattempo, i consumi privati sono rimasti invariati, rispetto al -1,7% del trimestre precedente, per cui sono rimasti bassi, e la spesa pubblica è aumentata a un ritmo più contenuto, con un +0,6% rispetto allo 0,8% precedente. La domanda esterna netta ha contribuito positivamente al PIL, con le esportazioni in calo dell’1,6% (contro il -1,2%) e le importazioni del 2,3% (contro il -0,3%), questo  coerentemente con un quadro recessivo che vede un calo delle importazioni legato a un calo dei consumi interni.

Ecco il relativo grafico

Ecco come invece è calato l’apporto del settore delle costruzioni al PIL olandese. I valori, in questo caso, sono assoluti.

I Paesi Bassi quindi avrebbero bisogno di una bella politica espansiva, con aumento della spesa pubblica, che invece si contrae, e del credito, che comunque era elevatissimo. Invece si sta percorrendo il cammino opposto, e i timori stanno portando a un secco taglio nel debito delle famiglie che, ovviamente, viene a pesare sui consumi e sulla crescita, come una sorta di maledizione che si autoavvera. Ma che possiamo dire: se sono contenti gli Olandesi, lo siamo anche noi.

 


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