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TTF -12% in un giorno. Ecco perché non è un mercato affidabile

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I prezzi del gas naturale in Europa sono crollati di oltre il 12%, scendendo sotto i 300 euro per megawattora, dopo il balzo di quasi il 40% della scorsa settimana, dopo che la Germania ha dichiarato che i suoi impianti di stoccaggio del gas saranno pieni all’85% entro il mese prossimo, prima dell’obiettivo di ottobre.

Nonostante il sollievo, per il momento le forniture continuano a far paura e le prospettive per l’inverno sono ancora molto incerte. La russa Gazprom interromperà le forniture all’Europa attraverso Nord Stream per tre giorni a partire da mercoledì, avendo già ridotto i flussi attraverso il gasdotto a circa il 20%. La Norvegia, che ha superato la Russia come principale fornitore di gas all’Europa a seguito della guerra in Ucraina, ridurrà le sue esportazioni di gas a causa della manutenzione, pianificata e non, di 13 giacimenti e impianti di lavorazione per tutto il mese di settembre. Inoltre, una storica siccità innescata da un’estate arida che ha fatto registrare record di calore in tutta Europa minaccia di porre fine alle spedizioni di energia lungo il fiume Reno e di limitare la produzione di energia idroelettrica e nucleare.

Nello stesso tempo non è normale che un mercato abbia sbalzi del 12% nell’arco di una giornata, comunque eccovi il grafico.

Il fatto che gli scambi siano così sottili fasi che la volatilità sia al massimo. Ora , dopo 10 minuti, il prezzo è tornato sopra i trecento euro, ma , magari, fra mezzora fanno un altro scambio e scende al di sotto. Con pochi operatori e una ventina di scambi quotidiano non può essere diversamente. Ecco perché , se mercato deve essere, che sia un riferimento più “Grosso”, come l’Harry Hub americano. Dove, fra l’altro, compriamo il gas liquefatto.


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