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TRUMP ATTACCA DIRETTAMENTE GOOGLE. Avrebbe manovrato 2,6 milioni di voti

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Il presidente Trump non manda a dire sicuramente le cose, e quando vuole parlare lo fa direttamente, senza giri di parole. Si è molto parlato delle manipolazioni di Google nelle elezioni presidenziali del 2016, ed il Presidente USA ha reagito in  questo modo:

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1163478770587721729

 

Probabilmente (ma non solo) il presidente USA si riferisce ad uno studio dell’analista Robert Epstein (nulla ha a che fare con Jeffrey Epstein, il milionario suicida) che con il suo gruppo di ricerca denominato “American Insitute for Behavioral research and Technology”, ha studiato le manipolazioni dei risultati del motore di ricerca che, secondo i suoi risultati sarebbe stato in grado di muovere i voti di 2,6 milioni di elettori. Questo dato è stato presentato a giugno durante una testimonianza al Senato ed è, probabilmente, alla base delle accuse di Trump. Altri documenti filtrati attraverso Project Veritas poi hanno posto in evidenza come i “Censori” di Google abbiano usato il termine “Nazi”  per personaggi molto seguiti fra i repubblicani come il presentatore radiofonico Dennis Prager.

Molto interessante che il presidente poi colleghi nel tweet anche Judicial Watch, un Think Tank legale di impronta conservatrice che fa pensare all’intenzione di far partire un’inchiesta, o una denuncia, nei confronti di Google.

Alphabet, la casa madre di Google, naturalmente nega ogni responsabilità ed afferma che il report di Epstein è già stato smentito in passato e che non si tratta di nient’altro che di una teoria della cospirazione mal costruita, ma appare evidente a chiunque che sia Google sia gli altri social media siano molto inclinati dal punto di vista delle preferenze politiche. In Italia ad esempio si può augurare la morte su twitter a Salvini, ma se si una anche solo una parola non politically correct  si viene bannati, come è successo ad Arsenale K.

 


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