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Tripoli: dopo gli scontri, la commissione elettorale sblocca la possibilità di elezioni. Pace o nuova guerra?

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ÀDopo una giornata di durissimi sconti, che hanno lasciato sul campo 32 morti e oltre 150 feriti, oggi la giornata a Tripoli è stata tranquilla, con squadre al lavoro per ripulire i detriti, il solito traffico, negozi aperti e perfino l’aeroporto che ha ripreso a lavorare.

Quello a cui abbiamo assistito è stato il secondo tentativo da maggio da parte del presidente nominato dal parlamento dell’est, Fathi Bashagha, di impossessarsi della capitale Tripoli e di istallarvi il proprio governo, al posto di quello del primo ministro Abdulhamid al-Dbeibah, nominato nell’Occidente. Il fatto che le milizie di Tobluk e Bengasi non siano riuscite a rovesciare al-Deibah sono indice del fatto che, nonostante tutto, il presidente di Tripoli è in grado di controllare forze ancora sufficienti a permetterli il controllo della capitale, e che quindi la fine della contesa fra occidente, aiutato dalla Turchia, e oriente, appoggiato dall’Egitto, non è possibile con un colpo di mano armato.

In questo clima oggi c’è stato un passo avanti, piccolo, ma interessante avanzamento: il direttore dell’alta commissione nazionale elettorale (HNEC) Emad Al-Sayeh ha affermato che le “Cause di forza maggiore” che avevano impedito le elezioni dello scorso dicembre sono cessate, per cui si può passare ad organizzare un’altra tornata elettorale per tutta la Libia. Appare curioso che questa affermazione avvenga proprio il giorno dopo un importante scontro armato con molti morti, che, apparentemente, vorrebbe mostrare l’esatto contrario, cioè l’instabilità del paese, ma secondo il direttore questa è l’inca via per uscire dalla crisi attuale, e forse ha ragione. Il problema è che proprio nei giorni scorsi era trapelata la notizia che erano state trovate 3000 schede falsificate pronte per essere votate nelle scorse elezioni di dicembre. Insomma pare che gli USA facciano scuola un po’ in tutto il mondo…


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